Dipendente emotivo o evitante?

Amore o abitudine: come capirlo?

L’amore è un sentimento composito: include affetto, attrazione fisica, complicità, desiderio di condivisione, progettualità ed esclusività.

E’ importante sottolineare prima di tutto che si tratta di un sentimento e non di un’emozione: la differenza fra sentimento ed emozione risiede nel fatto che l’emozione è un’attivazione momentanea elicitata da uno stimolo e, quando si ripete e perdura nel tempo  in risposta ad un medesimo stimolo, diviene un sentimento e quindi un insieme di emozioni, credenze e aspettative consolidato e rivolto stabilmente ad una specifica persona.

L’insieme delle emozioni che si provano nel periodo dell’innamoramento deve essere presente per un certo periodo per consolidarsi e mutare in amore: è quindi necessario che le emozioni degli inizi sia durino sia mutino per divenire un sentimento e andare oltre l’attivazione psicofisica iniziale, legata principalmente all’attrazione per l’altro.

Perché  l’amore rimanga tale tutte queste componenti non devono venire meno:

– se manca l’affetto e l’interesse per ciò che è il Bene dell’altro non è più amore

– se manca l’attrazione fisica diventa un’amicizia

– se mancano la complicità e il desiderio di condividere l’amore diventa una simpatia platonica

– se manca la progettualità diventa una relazione utilitaristica incentrata sul presente e sulla gratificazione che si trae dall’altro

– se manca l’esclusività diventa un sentimento condivisibile molto più simile alla sola attrazione che si può provare per più persone.

Anche lo squilibrio di un elemento rispetto ad altri può modificare la natura del sentimento:

– se tutto ruota attorno all’affetto il rapporto è amicale, fraterno, fra due persone che sono affezionate e si vogliono bene, ma non si amano

– se prevale l’attrazione fisica e la ricerca della gratificazione sessuale si ha una rapporto di tipo o utilitaristico o fortemente connotato in senso narcisistico

– se prevalgono complicità e condivisione i due partner sono orientati ad un obiettivo e la loro è un’impresa (o un’azienda, se hanno una famiglia)

– se prevale l’esclusività con l’allontanamento di tutte le altre persone cui si è normalmente legati da vincoli d’affetto (amici, parenti) si sta realizzando una simbiosi che rimanda evolutivamente al rapporto mamma-neonato.


Né felici, né infelici

Alcune coppie dopo un periodo più o meno lungo si trovano di fronte al dubbio sul perché stiano ancora assieme: non sono né soddisfatte né insoddisfatte, condividono diverse cose  (interessi, valori, stile di vita) e stanno bene assieme, ma in genere sono carenti o assenti la vita sessuale o la progettualità rivolta al futuro e all’evoluzione della propria condizione di coppia o della propria situazione sociale.

Manca l’entusiasmo necessario a fare progetti, manca l’attrazione fisica, manca l’esclusività se uno dei due si sente attratto da altri (ma non a sufficienza per chiudere la storia), ma non mancano l’affetto e la condivisione di momenti ed esperienze storicamente condivisi dalla coppia, oltre che di interessi e informazioni.


Quando prevale l’abitudine

In linea di massima le coppie che apprezzano la tranquilla sicurezza di una storia rodata anche se non del tutto soddisfacente lo fanno perché l’abitudine può essere molto rassicurante: non abbandonare lo status quo permette di non trovarsi ad essere single nemmeno per un breve periodo e a non rimettersi in gioco, con il rischio di ricevere rifiuti.
Se non è presente un forte disagio di coppia ma al massimo una sorta di apatia che però non rende particolarmente infelici i partner, questi possono scegliere di proseguire in questo stato anche per lungo tempo perché  costi relativi al cambiamento sono percepiti come superiori rispetto ai costi del mantenimento di quella situazione che possiamo definire “senza infamia e senza lode”.

Quando una coppia vive un rapporto abitudinario e un po’ spento può provare a seguire questi passi:

affrontare il discorso senza continuare a fingere che tutto vada bene

– parlare chiaramente per escludere che uno dei due stia pensando a qualcun altro

riproporre esperienze e momenti che hanno fatto parte della prima parte della storia della coppia

inserire nuove abitudini nella routine

ideare un progetto di qualunque tipo da realizzare in coppia per fare l’esperienza di costruire insieme qualcosa

Mettendosi in gioco con questi cambiamenti la coppia potrà capire se ha ancora motivo di esistere o se l’abitudine nella quale era sprofondata rappresentava il livello massimo di benessere ottenibile dallo stare assieme.

Se uno dei due non sarà d’accordo nel fare qualcosa per risollevare le sorti del rapporto si tratterà probabilmente del partner meno innamorato e magari maggiormente predisposto dell’altro a trovare un nuovo partner o comunque ad interessarsi ad altri e ad avere un amante.

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16 commenti

  1. Salve a tutti, mi chiamo Debora ho 20 anni e sto con il mio ragazzo da 3 anni e 7 mesi. All’inizio quando ci siamo conosciuti quando lo vedevo o passavamo le giornate insieme o quando lui mi mandava messaggini in tutto quello che faceva mi emozionavo mi batteva il cuore ed io ho pensato è normale che con il tempo le cose cambiano, ma ora mi sta facendo arrabbiare: se sei a lezione non ti posso sentire, se non sei a lezione non ti posso sentire, nemmeno quando stai a mangiare per tre ore? Ma se succede qualcosa non posso contare su di te e non rispondi e mi fai pensare male…perché non devi rispondere? La mia amica dice che “è una cosa nuova” anche perché è il mio primo ragazzo serio, ma adesso non so se è amore o abitudine! Se penso di lasciarlo non riesco a immaginare una vita senza lui, penso che lo amo ma penso anche che è abitudine… Non lo so, lui mi fa le coccole, a volte invece no ed è nervoso… lui mi tratta benissimo, non mi fa mancare nulla, soprattutto la mia vita dipende da lui sia per il mangiare a volte che per i passaggi, sto ogni giorno con lui. Può essere che un giorno non ci vediamo ma io appena passa un giorno subito lo voglio vedere perché mi manca, ma appena ci vediamo non c’è più quella attrazione e a volte nemmeno ci salutiamo quando mi viene a prendere, gli dico ciao! poi il bacio glielo do dopo “a letto”… A volte non ha voglia di stare con me, non lo facciamo quasi mai lui dice perché non c’è il posto, a volte ha voglia pazza di stare con me a volte no… insomma non riesco a capire se è amore, quando ci vediamo non è più bello come prima, ci annoiamo, non sappiamo cosa fare, mi dice sempre “e che facciamo? E dove andiamo? Io sono stanco!”. Anche quando mi manda i messaggi non provo più quella sensazione di prima, non mi piace più baciarlo però quando ad esempio vedo un film d’amore penso a lui, mi manca tantissimo ed ho voglia di stringerlo. Mi fa questa reazione, quando guardo i film d’amore subito gli mando il messaggio dicendogli che lo amo e che voglio vederlo i muri sono solo attimi ma io non ho mai pensato di lasciarlo se ci penso sto male forse perché ho anche paura di trovare un ragazzo che mi fa soffrire e che non mi tratta come mi tratta lui, magari più voglioso di stare con me, più attratto boh…

    1. calma….

      1. Ciao Debora, anche io sono nella tua stessa situazione: la penso come te sai, appena ho letto quel messaggio mi rivedevo perché sembra che l’ho scritto io!!
        Fai passare il tempo, ti aiuterà molto… almeno io la penso in questo modo, anche lui mi risponde come risponde il tuo ragazzo sai? Ma purtroppo è la verità, non c’è niente da fare perché comunque poi diventa una routine che servirebbe cambiare ogni tanto..
        Tanti baci Buona fortuna anche a te come me.

  2. Salve. Io 50 anni, lei 31, innamorati follemente per quasi un anno ma poco tempo per vedersi. Lei in giro per l’Italia per lavoro precario, io, professionista, che posso ritagliare tre o quattro intensi giorni ogni due settimane. Insomma, periodo di crisi recente e paradossale: ci vogliamo troppo bene e soffriamo perché non ci si può vedere ogni giorno. Io, addirittura, vengo accusato di non credere abbastanza alla nostra storia, il che è vero: per me è una cosa talmente bella da essere inverosimile. Come un gioco di ruolo nel quale io sono un cavaliere che uccide draghi: sarebbe bellissimo ma so bene che uscito dalla stanza c’è la realtà. Addirittura, in un tentativo di autodistruzione, sentendo una tensione nella storia accenno a lasciarla per non causare una brutta fine, come nella mia relazione precedente dove siamo finiti a odiarci. Ci ripenso dopo un quarto d’ora e la riavvicino ma la ferita che le ho inferto è stata profonda. Lei mi ama ancora ma si sente tradita e non sa se fidarsi ancora di me. Forse adesso ha paura. Chiede “tempo per pensare”. E credo che sia veramente confusa, tanto che le dico di cancellarmi da Facebook per avere un “no contact” totale ma rifiuta seccamente. Le ho scritto, in quattro giorni, solo un breve messaggio whatsapp dove le dico che la mia mente è sempre occupata da lei ma che, in fondo, è sempre stato così. Nessuna risposta, non riproverò a ricontattarla. Fra dieci giorni, però, le avrò dato abbastanza tempo per chiarirle le idee. Temo si sia in dirittura d’arrivo. Ho da diverse settimane un regalo per lei e, se la storia terminerà, lo spedirò a un suo amico assieme ad una mia lettera. Intanto pazienza, forzata e dolorosa.

  3. Questo articolo per chi arriva a leggerlo mette a nudo in maniera schietta la vulnerabilità di ogni persona, maggiormente su persone sensibili è riflessive.
    Per come sto vivendo la situazione sulla mia pelle dopo la delusione, tristezza, rassegnazione, rabbia e odio se non ci si fa avvolgere pienamente da queste emozioni l’unica strada possibile è il perdono.
    Solo con il perdono e l’accettazione di un evento cosi tragico, che io vivo alla pari di un lutto, si può riuscire a prendere per mano la situazione.

  4. Ciao, sono un ragazzo di 20 anni. Fino a pochi giorni fa stavo con la mia ragazza da 1 anno e mezzo, ma da quanche settimana che il rapporto sembrava essere spento, perché, sopratutto io avevo altre cose a cui pensare, tra studi e altre cose importanti. Lei ha notato questo fatto, cioè che non riceveva più attenzioni, e anche quando ne aveva bisogno, per problemi suoi, io mi rifiutavo al momento di parlarne e vederla, rimandando al giorno dopo. All’inizio era perfetto, ma col passare del tempo gli errori che lei ha fatto mi sono sempre tornati in mente, ogni volta sempre di più, quindi penso che anche questo fatto abbia inciso sulla mia scelta di farla finita. Ora mi manca, ma per abitudine o amore? Io penso che sia abitudine per ora, ma non vorrei sbagliarmi. Sono molto complicato e non penso che ci sia qualcuno nella mia stessa situazione, ma se c’è qualcuno potrebbe dire la sua?

  5. salve buonasera
    volevo chiedere conssiglio in merito alla mia relazione
    da quattro insieme io e lei senza nessuno esclusi dal mondo dovuti alla sua gelosia e dico anche alla mia poi svolta per lei vince concorso forze armate e ci dividiamo stando cmq insieme mi kiamava ogni sera scriveva lettere ecc ecc
    andavo quasi gni fine settiamana a trovarla
    poi ad un tratto per motivi suoi di lavoro mi allontana di botto si fa sentire cmq chiamandomi amore eccecc sembravav tutto normale quando per colpa di una foto stupida io sclero
    anche sbagliando offendendola fors eanche
    pero il giorno dopo mi dice che vuole stare piu tranq
    che non ce nessun altro pero vuole cmq stare un po piu libera
    io dico che nn e mai successo all fine dico ci dividiamo
    lei mi dice per un po
    e vediamo
    dopo qualche giorno le scrivo come sta e lei risp tutto bene solo un po distress
    pero poi inizia a dire che sta pensando da un po che tra noi potrebbe essere solo abitudine e che lei ormai risp a prima riesce a stare anche senza di me cosa posso pensare tutto di un tratto
    senza una kaiamata tramite un mess
    nn risp a cell perche dice che nn sapeva cosa dirmi
    e vero che cmq per lvoro ha solo due min di tempo per usarlo pero nn so cosa pensare

    1. Caro Benedetto,

      non posso ovviamente darle delle certezze perchè non conosco la sua ragazza e mi posso basare solamente su quello che lei mi sta dicendo.
      Credo che la ragazza possa aver formulato dentro di sè e poi sentito crescere nel tempo il dubbio sul fatto che la vostra relazione si reggesse più sull’abitudine (e quindi sulla sicurezza/prevedibilità e sulla tranquillità) che su sentimenti d’amore e che la sua richiesta di una pausa non abbia rappresentato nulla di improvviso.
      Accade spesso che questo tipo di richiesta arrivi quando uno dei due partner sta meditando già da parecchio sullo stato e sulla natura della relazione in corso, mentre l’altro partner non sta riflettendo sulle stesse questioni e quindi vive come improvviso questo tipo di richiesta.

      E’ possibile che la lontananza fisica seguita al trasferimento lavorativo della ragazza le abbia permesso di capire che non sente la mancanza del vostro rapporto quanto si sarebbe potuta aspettare e che la sua sfuriata, provocata dall’aver visto quella foto, sia stata solo la classica “goccia che fa traboccare il vaso”, che l’ha portata a chiederle un periodo di pausa come punto finale di una concatenazione di pensieri che stava già plausibilmente elaborando.

      L’utilizzo degli sms per inviare questo tipo di messaggio è segno della difficoltà a comunicare più direttamente le proprie richieste ed è anche segno dei tempi, perchè molte persone preferiscono ricorrere a questi mezzi piuttosto che parlare di persona al partner che vogliono lasciare.
      Indipendentemente dal mezzo utilizzato mi sembra comunque di capire che la ragazza abbia stabilito che fra voi è finita e che fatichi a dirglielo a chiare lettere, al punto da non farsi quasi sentire.

      Ribadisco che non posso sapere come stiano realmente le cose, ma da quanto lei riferisce mi sembra possibile che la lettura della situazione sia quella che le ho dato.

      Mi aggiorni se lo desidera,
      un caro saluto
      D.ssa Flavia Massaro

  6. Salve a tutti, sto con una ragazza da un anno e due mesi, in questo anno abbiamo avuto più problemi che altro, un giorno abbiamo deciso di chiudere tutto perché non c’era più quell’amore iniziale, dopo una settimana lei torna da me dicendomi che gli mancavo tantissimo e che vorrebbe riprovarci, ma io ho paura che tutto potrebbe tornare come prima, ho paura del fatto che lei sia tornata solo per abitudine mi trovo in uno stato mentale disastroso.

    1. Salve, sono 3 anni che sto con la mia ragazza, purtroppo siamo andati a convivere fin dall’inizio ma non abbiamo mai avuto la possibilità di flirtare come qualsiasi coppia a causa di problematiche di vita, fra cui famiglia, lavoro ecc… Il nostro rapporto non è mai riuscito ad evolversi ma nonostante questo stiamo bene insieme solo che lei vorebbe qualcosa di passionale e di forte verso i miei confronti ma non ci riesce perché non ho mai fatto nulla nella sfera sessuale e ne ho paura… Abbiamo incominciato ad avere dei dubbi nella nostra relazione per il fatto che non siamo mai riusciti a viverla come una coppia normale con tutto ciò che c’è all’inizio di bello. Purtroppo non riusciamo mai ad avere un appuntamento da fidanzatini o momenti intimi con un po di privacy perché sto aspettando di prendere la patente e poi prendere casa da soli per avere quella privacy e intimità che in questi anni non abbiamo mai avuto

  7. Salve, ho lasciato dopo 17 anni la mia ragazza Federica, perché ho conosciuto un’altra. All’inizio ero innamorato di questa nuova ragazza, poi Dopo 3 mesi ho cominciato a sentire la mancanza della mia
    Ex e sto mettendo in discussione anche il rapporto con la nuova. Vorrei continuamente tornare dalla ex perché il passato mi tormenta e non mi fa dormire la notte, oltre ad avere forti sensi di colpa che non mi fanno vivere, oltretutto sono anche geloso e possessivo e non accetto che la mia ex vada con un altro, non capisco se è abitudine o se è ancora amore.

    1. Caro Paolo,

      probabilmente solo con il tempo potrà capire se le manca Federica in quanto fidanzata o se le manca quella quotidianità che avete condiviso e costruito insieme in così tanti anni di relazione.
      La gelosia nei confronti di un eventuale nuovo partner della propria ex non è infatti di per sè sinonimo di amore, ma può essere solo una manifestazione di possessività più o meno accentuata e influenzata dall'”abitudine” a considerare quella persona come la propria partner.

      Un caro saluto,
      d.ssa Flavia Massaro

  8. Salve dottssa Massaro,
    mi sono imbattuto in questo vecchio post che mi ha chiarito, solo in parte, la mia situazione sentimentale.
    Ho 48 anni, sposato felicemente (?) da 15 con una ragazza (donna) di 45. Abbiamo una figlia di 12 anni. Sono malato da 12 anni di SM.
    Nessun problema per questo, almeno il primo periodo. Lei è stupenda, si divide in 4 per me. Il mio amore, rispetto, orgoglio per lei è a livelli “stratosferici”,
    ma questo non centra nulla con il nostro rapporto. Sessualmente è morto 2 anni fa, per ovvi motivi fisici (miei), ma che non ha avuto nessun “proseguo” nè ricerca…almeno da parte sua. Ha come “rinunciato” a quella parte del nostro essere coppia (per me importantissima), ma neanche non cerca di ovviare
    all’inconveniente, facendomi cadere in depressione. L’amarezza, la tristezza, la delusione, nel vedere l’impossibilità nel “combattere” la malattia , si unisce a tutto quello del rapporto che stà iniziando va “sfumare”, a diventare meno profondo e più fraterno, meno “enpartico” e molto più “placido”. Ho sempre detto a mia moglie, di volere una compagna e non una badante, anche in questo “viaggio” maledetto che è diventato la mia vita, ma forse non ha capito…
    Allora ho cercato di trovare e di provare nuove sensazioni, a letto. Ma, avendo un’educazione cattolica ( che non mi dispiace), si blocca al solo pensiero…
    Non Mi aiuta, ma sopratutto non Ci aiuta, non Si aiuta, rinunciando. So che è una bomba ad orologeria, e che il tempo che ci rimane come coppia sarà sempre meno…Mi sento arreso e sempre più distante da lei.
    Mi scuso per lo sfogo e la ringrazio.
    Michele

  9. Ho 33 anni e sono in piena crisi.
    Convivo con un uomo di 40 anni da un anno e mezzo, dopo 12 anni di relazione… Io sono una persona molto solare e dinamica, mi piace stare in mezzo alla gente, avere la casa piena di amici. Sono molto affettuosa, estroversa ed espansiva, e ho bisogno di contatto fisico per essere felice.
    Io mio uomo è tutto il contrario di me. È una brava persona, con sani principi e un cuore grande…come persona mi ha trattato benissimo nel corso di questi anni, ma come donna…no.
    Non è affettuoso, non abbraccia, non bacia con la lingua. Non ama preliminari, fantasie ed è mentalmente chiuso in un mondo schematico e razionale.
    Non mi ha mai fatto un complimento se non dietro mia sollecitazione.
    All’inizio della nostra storia ho fatto molta fatica ad accettare tante cose di lui che non mi piacevano, ma a causa di una situazione familiare veramente brutta lui per me è stato un’ancora. E l’ancora ti salva dalla burrasca, ma quando questa passa ti inchioda comunque e non sei mai libero.
    A causa dei problemi che avevo a casa ho lasciato che tante cose andassero in secondo piano, e man mano mi sono spenta sessualmente sempre di più, al punto che ogni rapporto sessuale (con una media di 20 minuti e una frequenza di una al mese) mi faceva male perché non ero lubrificata, e per ottenere una lubrificazione decente dovevo ricorrere a video o racconti hot.
    Poi un anno fa ho cambiato lavoro e il mio mondo si è capovolto. Ho conosciuto tanta gente nuova e ho provato emozioni e sensazioni che non credevo possibili.
    Oggi lo guardo, penso che gli voglio bene come persona ma non ne sono innamorata. Anche se la confusione è tanta…
    Oggi sono combattuta tra i miei sentimenti di donna e il mio senso di colpa, tra la vita piatta che mi aspetta tutti i giorni quando torno a casa e i momenti di felicità che vivo quando sono fuori casa. Mi sento una brutta persona ma al contempo mi dico che non è giusto nei miei confronti continuare una storia che non porterà forse da nessuna parte. Sono sospesa tra la possibilità di continuare una vita senza emozione e senza sentimento e senza sesso e la possibilità di provare a ricominciare altrove per trovare tutto quello che mi manca.

  10. Salve, sono una ragazza di 26 anni.
    Un mesetto fa ho chiuso una relazione a distanza, perché mi ero innamorata di un altro, con questo non ha funzionato e ora mi manca moltissimo il mio ex. Lo so che la cosa sembra parlare da sé, ma il fatto è che io sono sempre stata una persona molto insicura riguardo i miei sentimenti, soffro di depressione cronica (con annessi attacchi di panico) e con una ricaduta i miei sentimenti per il mio ex sembravano come scemati (ancora adesso non riesco a capire se è stata la depressione a farmi perdere interesse in lui o se erano effettivamente i miei sentimenti a spegnersi o se era la nuova cotta) fatto sta che adesso non faccio che pensare a lui, vorrei davvero riscrivergli e tornare da lui, ma ho paura sia soltanto l’abitudine/solitudine a parlare (lui è perfetto, gentile, coccolosissimo…. una comfort zone fatta a persona) e al tempo stesso non voglio ricontattarlo perché ho paura che torneremmo alla solita routine di chiamate in cui lui parla a manetta, mi mette su un piedistallo e tutte le solite abitudini (cosa che credo mi abbia spinto a “cercare novità” da terzi). Mi dava troppa sicurezza e la cosa mi manca e al tempo stesso non la rivoglio… sono molto confusa e non so davvero cosa fare. Lo rivoglio, ma non come eravamo prima, vorrei tornare a stare con lui, ma non nel modo in cui eravamo prima e dopo averlo lasciato così (con la “””scusa””” del “non provo più nulla”) e averlo fatto soffrire non so neanche come la prenderebbe se tornassi da lui e gli chiedessi di cambiare abitudini. Che poi lui è talmente buono che penso ci proverebbe, ma al tempo stesso è uno che prende molto sul personale le critiche e potrebbe offendersi e basta. Rimane sempre il dilemma del “è amore o è bisogno di attenzioni?” la cosa mi devasta perché ho l’impulso smodato dalla mattina alla sera di chiamarlo, ma non so se è la cosa giusta da fare. Ogni tanto ascolto suoi vecchi audio (ha una voce bellissima) e mi ritrovo a sorridere e poi ad essere tristissima perché mi rendo conto che effettivamente mi manca, ma ancora “mi manca lui o mi manca il suo farmi sentire coccolata?”
    Ci sto malissimo. Non so cosa fare.

  11. Cara Concetta,

    sei giovanissima e anche per il fatto che sei minorenne non posso ripsonderti entrando nel merito.
    In ogni caso il tuo quesito non è semplice e non può essere risolto da una risposta data online da chi non ti ha mai incontrata: ti suggerisco di rivolgerti allo Spazio Giovani del consultorio familiare della tua zona o città, dove troverai uno/a psicologo/a che potrà ascoltare la tua storia e aiutarti a fare chiarezza.

    Un caro saluto,

    d.ssa Flavia Massaro

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