Crisi di coppia? Serve una consulenza psicologica

Crescere con genitori che litigano: quale futuro per i figli dei non-separati?

Qualsiasi adulto che sia cresciuto in una famiglia in cui papà e mamma non si ama(va)no, litiga(va)no, non si guarda(va)no nemmeno in faccia ne porta indelebilmente i segni.

Questo è vero per 3 motivi:

genitori troppo presi dal proprio conflitto trascurano i figli, che non ricevono il supporto necessario per crescere in maniera sana ed equilibrata

– genitori che si svalutano l’un l’altro offendendosi a vicenda di fronte ai figli li fanno crescere con l’idea che nessuno dei due sia un riferimento valido e li fanno sentire molto soli e abbandonati a sè stessi;

– genitori che litigano continuamente precludono al figlio la possibilità di credere che esistano coppie che vivono in armonia, o almeno non in costante tensione, e li allontanano dalla speranza di costruire un giorno una famiglia serena, se non felice;

– genitori che si relazionano in maniera violenta (verbalmente e/o fisicamente) insegnano ai figli tramite l’esempio che quello è il modo in cui ci si rapporta con gli altri;

– genitori che non si amano minano nel figlio qualsiasi speranza che esistano sentimenti realmente positivi e altruistici;

– genitori che si disprezzano trasmettono al figlio un’immagine negativa di sé, dell’altro e della coppia e non gli consentono di avere un modello accettabile al quale ispirarsi né per la propria crescita, né per la scelta futura di un partner che non sia problematico quanto loro.

 

Perché genitori che litigano, si disprezzano, non si sopportano rimangono assieme?

Le relazioni sado-masochistiche sono quelle che durano più nel tempo e che è davvero difficile (se non impossibile) sciogliere, perché entrambi i partner si sentono vittime e hanno la possibilità di sfogare la propria aggressività all’interno della coppia – vantaggio per molti aspetti non trascurabile perché consente di riservare agli altri, fuori casa, il meglio di sé e di creare e coltivare un’immagine sociale di sé positiva e gradita ai più, che permette di raccogliere ammirazione e approvazione. Non sono poche le persone socialmente ben inserite e ammirate che in casa e in coppia sono completamente diverse da quello che mostrano fuori casa…

Il beneficio quindi esiste ed è duplice, per quanto “malato”:

– chi si sente vittima del proprio partner continuerà a sentirsi la parte buona e indifesa della coppia, quello/a che ha ragione, che è nel giusto, che attende di essere risarcito/a per tutto quello che l’altro/a gli/le ha ha fatto passare;

–  chi ritiene il proprio partner ingiusto, cattivo, stupido ecc. ritiene che meriti di ricevere risposte, accuse, insulti che rispecchiano quello che lui/lei è, fino al giorno in cui cambierà, e può così sfogarsi senza sentirsi in colpa.

Questi aspetti rivendicativi pongono le basi per l’attesa infinita di un regolamento di conti che non arriverà mai, mentre il “conto” negli anni si allunga ed è sempre più difficile lasciare il tavolo senza aver riscosso nulla.

 

Come vive il figlio di due persone che vivono così?

Un figlio che cresce in mezzo a due persone che vivono questa dinamica è spesso dimenticato e/o strumentalizzato, perché i genitori sono troppo presi da sé stessi, dai propri problemi, dallo stabilire chi ha ragione e chi è il buono (e chi il cattivo) nella coppia per rendersi conto di quali siano i disagi del figlio – sia quelli fisiologici per l’età, sia quelli indotti dalla tensione che vive in casa.

Accade non di rado che il figlio, per ottenere attenzione, reagisca in due modi diametralmente opposti:

creando grossi problemi fuori casa (cattiva condotta a scuola, atti di vandalismo, uso di droghe) che costringano i genitori ad occuparsi di lui, a “vederlo”, a rendersi conto che non sta bene, ma a volta anche a punirlo per la colpa di non essere in grado di aiutarli (ricordo infatti che i figli si sentono spesso responsabili del benessere dei genitori e coltivano l’illusione onnipotente di riuscire un giorno ad aiutarli a risolvere i loro problemi);

impegnandosi il più possibile per farsi amare e accettare e quindi “vedere” in senso positivo conseguendo ottimi risultati a scuola, nello sport o in altri campi (ma in questo modo spesso ottiene solo di tranquillizzare i genitori sul fatto che non ha alcun problema, e viene “visto” ancor meno di chi invece crea dei problemi per attirare l’attenzione).

La situazione si complica ulteriormente quando i genitori pronunciano la fatidica frase:

“RESTIAMO ASSIEME PER TE!”

che, alle orecchie del figlio suona come:

“VIVIAMO MALE A CAUSA TUA!”

I genitori che stanno assieme “per i figli” infatti, oltre a non separarsi e ad alimentare il clima di tensione, non fanno nulla per garantire al figlio un clima sereno e la giusta attenzione, ma lo fanno vivere in mezzo a litigi e tensioni dicendogli oltretutto che tutto questo è fatto PER LUI.
Inutile forse specificare che l’esperienza insegna che un figlio che si sente dire questo farebbe qualsiasi cosa pur di vedere i genitori separarsi, essendo lui la prima e più debole vittima del loro conflitto.
Questa SCUSA, spesso utilizzata da chi non è in grado di separarsi e non si vuole separare (perché attende il risarcimento di cui sopra), annichilisce il figlio che coltiva un forte senso di colpa nei confronti dei genitori che gli stanno dicendo a chiare lettere che, usando un’immagine comune, è lui che ha voluto la bicicletta e ora deve pedalare – mentre la bicicletta è stata voluta e conservata da loro, che non vogliono ritrovarsi a piedi e preferiscono un sellino scomodo o delle ruote ormai sgonfie allo scendere e iniziare a camminare.

Che danni riporta nel tempo un figlio cresciuto con genitori litigiosi?

I danni riguardano sicuramente più aree:

– sul piano personale, non avendo goduto di un clima sereno e delle necessarie attenzioni, il figlio avrà accumulato notevole rabbia e senso di impotenza, bassa autostima, difficoltà a relazionarsi con gli altri, sentimenti di diversità da loro e di infelicità;

– sul piano relazionale può cercare di evitare in tutti i modi il conflitto, diventando una persona debole che subisce tutto pur di non litigare, oppure può diventare un adulto aggressivo, che cerca in tutti i modi di imporsi e non sa considerare il punto di vista degli altri (come ha imparato a fare in casa);

– sul piano relazionale/di coppia, la sfiducia nella possibilità di trovare un partner con il quale creare una coppia e una famiglia felice porterà il figlio a scegliere persone problematiche quanto i genitori, con le quali replicare le stesse dinamiche, o a scegliere partner impossibili perché non liberi o non interessati.
Questo può avvenire anche perché un figlio cresciuto con genitori infelici si sente in colpa all’idea di essere felice, mentre mamma e papà non lo sono stati e non lo sono ancora;

– sul piano relazionale/genitoriale il figlio, una volta divenuto padre (o madre), tenderà come in tutti i casi a replicare gli errori del genitore omologo (del suo stesso sesso) e a essere quindi inadeguato, oppure cercherà di non essere come i propri genitori e farà in buona fede gli errori opposti;

– sul piano della salute mentale, non certo ultimo per importanza, spesso un figlio che assorbe tensioni e vive costantemente in uno stato di rabbia misto a paura e impotenza può sviluppare ansia, disturbi ossessivi, depressione, bulimia, dipendenza da sostanzedisturbi della condotta, disturbi di personalità, con caratteristiche diverse a seconda dell’età.

E’ quindi meglio separarsi?

Non esiste una risposta giusta per tutti, ma ciò che conta per un figlio sono l’affetto, il clima sereno e la chiarezza.
Le coppie litigiose non riescono a fornirgli davvero nessuna di queste tre cose, ma offrono una situazione confusa, ambigua, carica di rabbia, centrata sul conflitto genitoriale, nella quale il figlio rimane sulla sfondo o è utilizzato come strumento di un genitore contro l’altro.
Chi davvero pensa che rimanere assieme rappresenti il bene dei figli può dimenticarsi di questo, a meno che non riesca a mascherare il conflitto e a offrire ai bambini un modello di convivenza sufficientemente “civile” nonostante la presenza di un conflitto non indifferente.

Per riuscirci sarebbe davvero utile il supporto di uno psicologo, che aiuti anche a decidere quale sia la strada migliore da intraprendere.

 

E tu, sei cresciuto con due genitori che litigavano sempre?
Avresti voluto che si separassero?
Ti senti ancora coinvolto nei loro litigi e responsabile del loro benessere?

Se vuoi puoi raccontare la tua esperienza aggiungendo un commento qui di seguito.

Possiamo aiutarti?
Se vuoi prenotare un incontro nei nostri studi chiamaci al 3402665359 o scrivici alla mail info@serviziodipsicologia.it

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40 commenti

  1. Personalmente vivo con genitori che si amano profondamente ma litigano spesso. In ogni caso non hanno mai pensato di separarsi. Nella mia famiglia infatti credo proprio di essere io il problema: ogni lite, anche di poco conto, inizialmente mi infastidisce, dopo inizia a farmi male. Quando sento qualcuno litigare entro in uno stato confusionale che difficilmente so gestire. La questione peggiora quando sono implicata personalmente in una lite. Ho 24 anni, e finalmente sto per andare via di casa. Solo l’idea di non sentire altri litigare mi rassicura e mi da energia. Il punto è che sono consapevole che non è possibile vivere senza litigi. In coppia non tendo a litigare molto, ma quando capita ho le stesse reazioni che in casa. Temo di ritrovarmi in futuro nella stessa situazione dei miei, ma che io non sono in grado di tollerare come loro fanno. Mi chiedo se è indice di patologia questa reazione ai litigi. Inoltre, vorrei specificare che questa mia reazione, non si limita solo in questa circostanza (anche se in questa circostanza si presenta SEMPRE). Infatti entro in uno stato confusionale anche quando ci sono rumori forti, voci alte di gente che urla o a volte parla soltanto, con le sirene di polizia e ambulanza…comunque ogni volta che avverto rumori e voci ad alto volume. Quando mi capita devo subito allontanarmi e mi sento una gran confusione in testa. Spesso devo stare ad occhi chiusi perchè anche la luce inizia a darmi fastidio e mi viene da piangere.. io proprio non capisco perchè… Grazie.

    1. Cara Mari,

      la sua reazione può essere dettata da esperienze anche lontane nel passato che le hanno provocato intensa angoscia e la paura di non sopravvivere, emozioni che un bambino molto piccolo sente quando ha l’impressione che il suo mondo vada in pezzi o che i suoi genitori possano abbandonarlo.

      Quando era piccola i suoi genitori litigavano già?
      Ha subito qualche trauma particolare, anche di altro tipo?

    2. Descrizione perfetta delle dinamiche psicologiche che si instaurano… mi sono riconosciuta a al 100 %. Il matrimonio dei miei genitori è un vero disastro e purtroppo ha rovinato la vita a entrambi, creato enormi problemi a noi figli e creato anche un vuoto sociale attorno… Se non altro è bello sapere di essere un caso “da manuale” per riuscire a distinguere ciò che si è veramente da ciò che è stato “semplicemente” indotto da condizionamenti esterni.
      Per quanto riguarda i miei genitori, mi domando come si possa non crescere mai e rimanere nell’ignoranza a vita…
      Per un motivo o per un altro hanno creato tutte le condizioni per rimanere incatenati a vita, tra cui il non favorire l’indipendenza economica e pratica di mia madre, sia da parte di lei che si è adagiata completamente, sia da parte di lui che sebbene desiderasse un’ indipendenza economica di lei, di certo non ha compreso che le mancavano le condizioni psicologiche e il supporto perché ciò potesse accadere… adesso che sono entrambi in età pensionabile la situazione è più patetica che mai con loro due che scappano l’uno dall’altro in casa e i figli andati via… continuano le solite lamentele sull’altro, sulla loro sorte sfortunata e su qualunque altra cosa chiamino in causa per non ammettere di aver praticamente fatto di tutto per arrivare alla situazione attuale… inutile dire che hanno grossissimi problemi psicologici entrambi, che però non ammettono, attribuendo all’altro tutti i loro problemi… vorrei che per un attimo solo si rendessero conto del danno creato a noi figli, che siamo le vere vittime di tutto ciò… ma a quanto pare la mente vede solo ciò che vuole vedere…

  2. Sono l’ultimo di 3 figli (molto piu piccolo dei miei fratelli). In casa mia madre e mio padre litigavano sempre per le cose piu assurde e piu piccole. Anche io purtroppo mi son sentito dire ad una certa dopo una breve separazione che tornavano insieme per me… Quando io ero felicissimo che si fossero lasciati! Ad oggi ho quasi 30 anni e vivo ancora con loro, i litigi sono meno frequenti nel tempo ma nel frattempo io ho sviluppato e riconosciuto varie patologie in me. Anni fa sviluppai un doc, poi andato via da solo. Dipendenza dai videogiochi, bassissima resa scolastica (in età scolastica), timidezza, bassa autostima, relazioni distruttive con persone altrettanto problematiche se non molto peggio ed infine oggi rabbia repressa, depressione, attacchi di panico con vomito mattutini e paura della paura di riavere questo doc aggressivo (roba da pazzi…) che insieme alla rabbia repressa ed alla angoscia che ogni tanto sovviene è la cosa più debilitante. Sto tentando in tutti i modi di avere una vita felice ed ho iniziato ad eliminare il computer, a praticare sport (boxe) e a rivolgermi ad una psicologa ipnotista sperando che sia la terapia giusta… Altrimenti non mi arrendo e passerò ad altro. Vorrei tanto accostarmi alla meditazione Zen. Insomma voglio guarire ed uscire migliore di prima. Inoltre cerco di passare a casa meno tempo possibile in previsione di andarmene e trovarmi casa mia. Comunque amo i miei genitori

    1. Caro Antonello,

      le conseguenze di una vita passata accanto a genitori litigiosi, che non si vogliono lasciare e che danno a lei la responsabilità del proprio stare insieme, emergono in maniera drammatica nella sua storia.
      Tutta la rabbia, la paura, la delusione e l’esasperazione che ha vissuto e accumulato nel tempo dovevano trovare uno sfogo, e l’hanno trovato nei vari disturbi che lei ha purtroppo sviluppato.

      Sarebbe stato meglio che lei si facesse aiutare anche prima di adesso, ma l’importante è che si sia rivolto ad una psicologa e stia lavorando al cambiamento.
      Si sta impegnando tanto per stare bene e le auguro di cuore di risolvere i suoi problemi e di liberarsi dall’angoscia e dalle emozioni che ha represso per tanto tempo.

      Mi aggiorni quanto vuole, un caro saluto
      D.ssa Flavia Massaro

      1. Sono cresciuta inizialmente in una famiglia “normale” quella che tutti definirebbero del Mulino Bianco, ma a seguito di problematiche a causa di mia sorella i miei genitori inizarono a litigare spesso, dandosi la colpa l’uno all’altro di questa situazione. Avevo 15 anni e ricordo perfettamente quel periodo che si è poi prolungato nel tempo portando i miei a discutere per qualsiasi cosa e soprattutto sfogandosi entrambi con me dei “difetti” dell’altro. A distanza di 10 anni ormai, mi sono completamente distaccata di questa cosa non volendo sapere niente più e passando meno tempo in casa ma mi rendo conto di aver sviluppato spesso ansia, quando sono felice penso che non lo merito, mi sento spesso insicura e cerco di non mostrare mai le mie debolezze agli altri. Più volte ho pensato di voler parlare con una psicologa per liberarmi di alcuni pesi. Comunque leggere questo articolo mi ha fatto capire che alcuni dei miei comportamenti sono dati da situazioni passate. Grazie 😊

      2. Sono sposata da pochi anni con un uomo (in generale) equilibrato e premuroso, e naturalmente ho avuto modo di conoscere i genitori. Dall’esterno sono persone generose e socievoli, ma dentro casa sono dei produttori seriali d’ansia. Si accusano continuamente uno con l’altro: ogni problema di salute è colpa dell’altro, ogni problema economico è colpa dell’altro, ogni ritardo o mancanza è colpa dell’altro.
        Non fanno nulla per stare meglio, continuano a ripetere le stesse dinamiche che li porterà poi a litigare e rinfacciarsi le responsabilità. Per questioni di salute, per esempio, dovrebbero entrambi seguire una dieta rigida. Uno compra cose grassissime e accusa l’altra di averglielo chieste, l’altra cucina cose grassissime e accusa l’uno di averle comprate, uno si mette tre portate di cose grassissime e accusa l’altra di cucinare e poi rompergli le scatole se mangia quel che cucina, l’altra mangia i resti di nascosto e senza freni e accusa l’uno di farla ingrassare “costringendola” a cucinare cibo poco salutare. Ai voglia a suggerire la lista della spesa ad uno come da elenco medico, o di usare la bilancia per le porzioni (sempre indicate dal medico) all’altra. L’uno tornerà sempre con 6 chili di trippa extra-lista, lei cucinerà sempre per sei/otto anche se siamo in 4 a pranzo.
        Naturalmente questo è solo uno dei tanti pretesti che hanno per stare male…
        E nonostante ciò non fanno quasi un passo separati. Soprattutto lei non esce neanche a fare la spesa se non accompagnata da lui.

        Per conto mio, nonostante l’affetto, riesco a vivere i suoceri serenamente solo al telefono, o per pochi giorni all’anno trovando il modo di andare a trovarli senza convivere con loro. Bene a piccole dosi, insomma.

        Non capisco come mio marito ne sia venuto fuori “sano”.

        Qualche sintomo di insicurezza lo ha dimostrato, soprattutto in campo scolastico non riuscendo a finire gli studi, ma nel lavoro e nel nostro rapporto di coppia cerca sempre il dialogo, sa essere assertivo e sicuro e/o conciliante e premuroso a seconda di quel che richiedono le situazioni. Ha molti amici e una vita ricca di interessi, non lo avrei sposato altrimenti.

        Il fratello invece è andato via di casa prima che ha potuto, ha lasciato gli studi, non ha trovato un lavoro, non riesce a gestire il peso corporeo e si è chiuso nella sua coppia. Va a trovare i genitori il meno possibile (pur sentendoli ogni giorno al telefono e preoccupandosi per loro) ha pochi amici, hobby solo casalinghi e si sente poco intelligente.

        Non capisco come, nella stessa famiglia, le cose siano andate così diversamente. Forse perché mio marito da giovane si è “emancipato” con lo sport e la musica?

        Ho consapevolezza di non poter aiutare né suoceri né cognato, ma devo confessare che mi dispiace per tutti e tre.

        1. È in effetti interessante come fratelli e sorelle assorbano e rielaborino diversamente contesti familiari non armonici. Per esperienza personale so che in parte influisce il fatto che le relazioni coniugali possono avere cicli di alti e bassi che durano un qualche anno e io, fratello minore, mi sono forse preso le ondate di mare molto mosso nella mia infanzia e preadolescenza, quando mio fratello aveva già le spalle larghe, era un vascello già più attrezzato per le condizioni metereologiche…
          Ma leggendo il suo commento ho subito pensato che suo marito sia il fratello maggiore e l’altro minore. Il fratello maggiore ha di solito maggiore spinta all’autonomia (è in una posizione di pioniere, senza strada battuta), il minore non solo viene educato “nella scia” del primo (stessi vestiti, stessa scuola, etc) ma incontra i genitori più stanchi, meno attenti (il che non è solo negativo: spesso permette una certa libertà d’azione che al primogenito era vietata) e, se in una relazione già in crisi, più propensi a lasciarsi andare ed esternare la loro disarmonia di coppia (anche perché forse avvertono il secondo figlio come il sigillo finale sulla loro sorte: l’obbligo morale di rimanere insieme – e dunque insoddisfatti – a vita).

    2. anche io ho avuto genitori che litigavano sempre e lo fanno ancora ora , purtroppo anche ora che sono adulto è come se nella mia mente ci fossero due me stesso che litigano spesso e ora sto cercando di risolvere la cosa tramite la mindfulnes in modo da capire che posso riprogrammare la mia mente a comportarsi diversamente da come facevano i miei purtroppo è dura ma credo sia il percorso giusto o lo spero

  3. Gen.Le
    D.ssa Flavia Massaro

    Vivo anch’ io come tanti una situazione famigliare con genitori litigiosi che col tempo mi ha arrecato tutti gli stessi danni di cui ho letto nel vostro sito,
    anche se i miei sporadicamente fanno bruttissime litigate, in casa si avverte molta tensione
    fra mio padre che è tremendamente autoritario e prevaricatore, e mia madre che è ipercritica con lui;
    fra loro non ho MAI visto un modello positivo della coppia, e quindi sarà per questo che non stravedo all’ idea ne di legarmi ne di sposarmi…
    non ho MAI visto (da quando sono nata) cenni di apertura mentale per qualsiasi cosa…(tanto da non volere NESSUNO in casa, ne amici ne parenti)
    ed è umiliante avere queste privazioni fino alla mia età.
    non ho mai avuto ne feste di compleanno ecc.
    non ho MAI avuto appoggio ne fiducia da loro in campo lavorativo
    -(ho 39 anni e sono ancora disoccupata e sembrano infastiditi se solo gli parlo di concorsi ad esempio)-
    si nascondono dietro la scusa “la femmina deve stare a casa”, o roba del genere: “esiste l’ onore e la famiglia!!” (manco mi andassi a prostituire).
    Per tutta questa chiusura mentale ho sempre sofferto perché sono sempre stata conscia che ci meritiamo una qualità di vita migliore perché così è opprimente.
    Col passare degli anni ho sviluppato anch’ io una patologia attraverso la quale forse è proprio la rabbia repressa e tanto altro che ha avuto il suo sfogo dandomi problemi di salute.
    Inutile avere speranze di dialogo, ho sempre sperato che si separassero.
    Io intanto cerco di vivere la mia vita.
    Mi chiedo solo una cosa: come si può essere così ottusi?
    Grazie e scusi lo sfogo.

  4. eccomi presente, figlio del classico matrimonio fallimentare dettato dalla cultura del dopo guerra ” trova un uomo che ti sistemi ” ultimo di tre figli nasco in un secondo matrimonio che mia madre ha tentato allo sbaraglio dopo aver conosciuto appena mio padre ( stavano insieme da poco più di due anni ). lei già con due figli lui figlio- padre da sempre in quanto figlio di separati. mia madre è una donna con gravi depressioni alle spalle e squilibrimentali: dipendenze da farmaci, ossessioni e manie di controllo ( e come riportato nell’articolo fuori dall’ambiente familiare è un altra persona ). oltre a essere due persone diametralmente opposte cresciute con valori opposti ( mia madre ha un’ educazione puramente fascista mentre mio padre è un comunista vero, nel senso buono del termine. ) questo ovviamente ha portato a un matrimonio privo di serenità dove ogni minima cosa era un pretesto per litigare, motivo primo tra tutti; i soldi. mio padre è un muratore che ha sempre lavorato per il bene della famiglia, togliendosi tutto per darlo in mano a mia madre che gestiva come preferiva lo stipendio. in ogni caso i soldi (per lei) non bastavano mai e questo era un pretesto per attaccare mio padre e offenderlo ( il mito della diva anni 50 , la signora altolocata come in certi film di Sofia Loren ) con frasi stupide e cattive. tutto questo per dire che la serenità non c’è mai stata e pur di avere l’attenzione mandava noi figli a “parlare” con nostro padre dei loro problemi. tutto quello di più sbagliato che potesse fare lo ha / “hanno” fatto. ( e a oggi scopro che se non fossi nato io mio padre non si sarebbe nemmeno sposato, pensava che farmi crescere figlio di separati sarebbe stato un errore ma personalmente credo che sarebbe stato meglio). mio fratello cercava l’attenzione creando disturbi fuori dall’ambiente familiare, io isolandomi. disegno, fumetti , cartoni e videogiochi. la mia vita era questo. a oggi è ancora così ma perché l’estraneazione è diventata passione ma le difficoltà a relazionarsi e tutti i problemi relativi alla sfera emotiva esistono e ci convivo. oggi ho 25 anni mio fratello è andato via di casa 5 anni fa e porta avanti una bellissima famiglia nella quale c’è un bambino felicissimo, equilibrato e molto intelligente. mio padre è andato via di casa 5 mesi fa e ora resto solo io a vivere con mia madre, la quale mi tiene “rinchiuso” nel suo gioco di guerra con mio padre trattandomi da pedina a suo piacimento e ferendomi ulteriormente manifestando un finto attaccamento e legame emotivo da madre – figlio modello idilliaco ricco di amore. ripeto FINTO.
    da canto mio dalla prima adolescenza ho il sogno di andare via di casa e vivere la mia vita, con i miei valori che certamente non sono quelli che mi hanno trasmesso loro ma che ho trovato in primis in mio fratello e man mano in grandi personaggi (reali e non) che mi colpivano per certe qualità; purtroppo un incidente motociclistico mi ha letteralmente fermato, costringendomi a più di un anno di cure, durante questo periodo ho creduto davvero che il legame familiare potesse rafforzarsi e saldarsi ma ovviamente non è stato così, mi sono stati vicini ma più passava il tempo più quella che era la ” normalità “tornava a farla da padrona.
    Oggi che in casa resto solo io come “sfogo/passatempo/PEDINA” per mia madre sto elaborando tutto quello scritto nell’articolo” e non avendolo vissuto nella prima adolescenza a 25 anni capisco meglio il tipo di persona che è… e non è facile accettarlo e non sentirsi parte di questo “veleno”. oltre al senso di frustrazione e oppressione che questo comporta, la rabbia ( a volte quasi odio perché 25 anni così sono lunghi da digerire) il rischio di ulcere,autostima inesistente, problemi di saluti per l’ansia ecc. quello che fa più male è la paura di essere felici. di non riconoscere o meglio “sentire” un rapporto normale fatto di amore rispetto e stima. rapporto che sto costruendo con la mia ragazza ( lei è cresciuta in una famiglia opposta alla mia ) ma che non sempre riconosco come tale, proiettando quello che ho vissuto in noi. potrei continuare a scrivere per ore un po’ perché mi hanno cresciuto in una bolla e mi è stato insegnato a non dire mai certe cose riguardanti la famiglia ( tanto che quello che ho scritto in questo post sono riuscito a parlarne per la prima volta a pochi amici solo quest’anno. )un po’ per liberarmi la pancia da certe tensioni che non voglio avere. arrivando ad avere conati di vomito mentre guidavo l’automobile. fortunatamente sto per andare via di casa anche io ( che Dio lo voglia ) e spero ( sono convinto ) di ritrovare il mio personale equilibrio e la mia personalità, in quanto ora mi sento affossato, quasi depresso e sopratutto non riesco a godermi la vita come dovrei (sopratutto alla mia età).
    grazie per l’articolo e per lo spazio riservato alle risposte. prima di fare figli e/o coinvolgere terze persone pensateci 10,100 1000 volte.

  5. Eccomi, ci sono anch’io. Cresciuta da sempre in un clima teso, i bei ricordi ci sono, ma tendono a svanire, a differenza di quelli orribili. Le litigate erano e sono ancora violente, a livello verbale e anche fisico perché mia madre ha sempre avuto questo vizio di lanciare e rompere le cose. Credevo che con l’avanzare dell’età si sarebbero un po’ ammansiti, ma temo che non succederà mai. I problemi che ho io? Non so se siano dei veri problemi, ma ho 27 anni, non riesco ad avere una relazione perché tendo ad avere un rapporto molto conflittuale con il partner e talvolta ho atteggiamenti molto aggressivi sia a livello verbale che fisico, sono giunta alla conclusione che non voglio farmi una famiglia perché ho troppa paura di far passare ai miei figli quello che ho passato io, quindi tendo ad attaccarmi a persone già impegnate e non interessate a me, con cui non potrò mai costruire niente; ho la patente, ma non guido perché mi vengono gli attacchi di panico o comunque un’ansia ingestibile e questo limita tantissimo la mia vita in generale, non mi permette di trovare facilmente lavoro e di essere quindi una donna indipendente. A volte ho delle vere e proprie crisi dove urlo con quanto fiato ho nei polmoni, rompo tutto quello che ho davanti e di solito succede quando loro litigano, quando iniziano ad urlare e allora io non so, è come se non avessi più il controllo del mio corpo e della mia testa. Le vite degli altri mi sembrano sempre e comunque migliori della mia, e se succede qualcosa di bello a qualcuno sono invidiosa, mi costa ammetterlo, ma è così. Tendo a deprimermi e a buttarmi giù per le cose più banali e la spiegazione di ogni cosa negativa che mi capita è “non sono abbastanza, è colpa mia”. In famiglia, fin da quando ero adolescente non mi sono mai ribellata in niente, sempre rispettato gli orari, sempre risposto alle telefonate quando uscivo, non sono mai andata a fare un viaggio con gli amici, ora penso sia un po’ peggiorata perché tendo a lasciare casa il meno possibile, come se dovessi “controllare la situazione” e sento che se mai arriverà il giorno in cui me ne andrò, quello sarà anche il giorno della fine della mia famiglia, è come se dovessi restare qui per sempre per far vivere la famiglia, mettendo la mia esistenza in secondo piano. I miei genitori non mi hanno mai fatto mancare niente a livello materiale, avevo giocattoli, vestiti, di tutto. Però se avessi potuto rinunciare a tutti quei beni materiali per avere una famiglia serena, lo avrei fatto. Ci sono un sacco di cose che non ho raccontato, non sono mai andata da uno psicologo, anche se penso di averne bisogno. Ma non ho i soldi e quindi mi sono rassegnata a vivere così.

    1. Ciao Rey. Ti capisco profondamente, mi sembra di leggere la mia storia. Con la differenza che io qualche tentativo di ribellione durante l’adolescenza l’ho avuto… Ma di fatto mi ha solo portato a vivere profondissimi sensi di colpa. Tra un giorno è il mio compleanno… Compio qualche anno più di te. Vorrei andare dal mio fidanzato che amo, che mi rende felice. Ma ti rendi conto che vivo anche il senso di colpa di non passarlo con i miei? Per quanto palese sia l’ingiustizia e l’infondatezza di tutti questi pensieri non riesco a scrollarmeli di dosso. Mi schiacciano e mi impediscono di vivere la mia vita come vorrei. Nelle piccole cose come un compleanno figuriamoci su quelle più grandi come uscire di casa e andare a convivere. Vorrei potessero essere l’uno il sostegno dell’altro e invece no, mi sento da sempre una colla poco efficace per qualcosa di irrimediabilmente rotto.

    2. Ciao, mi chiamo Alex e ho 28 anni. Ho letto il tuo commento e penso che secondo me non dovresti fartene una colpa per i litigi dei tuoi genitori. Quando ero piccolo anch’io ogni tanto pensavo di non uscire per controllare la situazione in casa, ma mi faceva solo male sentire e vedere i miei litigare, quindi ho optato per (passami il termine) “fregarmene” e vivere la mia vita indipendentemente da loro e dalla loro crisi di coppia, se non c’entro direttamente io nella lite perché preoccuparmene, so che è una cosa egoistica, ma i figli non nascono per farsi carico dei problemi dei genitori, per quanto un padre e una madre possano non fare mancare nulla a un figlio a livello materiale, cibo, vestiti, giocattoli come anche nel mio caso, se manca l’armonia e la serenità psichica e dell’anima, ogni cosa materiale secondo me passa un po’ in secondo piano. Quello che penso comunque è che secondo me arriva un certo punto della vita in cui bisogna costruirsi una propria vita indipendentemente da tutto e da tutti, compresi, per quanto possiamo volergli bene, i genitori. Se hanno problemi di coppia il figlio non deve esserne coinvolto, e se lo è, è bene per lui che inizi a pensare prima alle sue priorità, prima o poi i genitori si sfideranno anche di litigare, ma quello (come mi sembra di aver già detto) è un problema loro, in cui il figlio, se non è direttamente coinvolto, non deve entrarci. Secondo me si tratta tutto per cosa si stabilisce che valga la pena vivere. Ti auguro di riuscire presto a riprendere in mano la tua vita🙂

  6. Da subito leggendo l’articolo mi sono ritrovata in diversi punti, i miei genitori litigano abbastanza spesso anche per le piccole cose che a volte si potrebbero risolvere semplicemente parlando. Mia madre tende ad avere un comportamento che, a detta sua è una difensivo per via di alcune esperienze passate, in realtà a volte è parecchio offensiva nei confronti di mio padre, che ovviamente sentendosi attaccato risponde in modo offensivo a sua volta. Mi ritrovo quindi a dover fare da tramite tra i due e a cercare di calmare le acque, ci sono momenti che risultano assai imbarazzanti dal silenzio che si crea, e che alle volte, devo dire la verità, reputo questo confortante come se non sentendo nulla io mi illuda che la tempesta sia passata. Spesso la causa è mia sorella, più piccola, che sembra voler creare continue situazioni di malessere in casa, fa tutto il contrario di ciò che le viene detto e mantiene un atteggiamento menefreghista nonostante riceva molto ma lei in cambio dia bene poco, e questo porta i miei genitori a litigare causa idee completamente diverse. L’unica cosa che riesco a fare in questo genere di situazione è piangere per tutta la quantità di ansia che ho accumulato e pensare che mi piacerebbe andarmene per non dover sempre aver paura di dire la parola sbagliata, per non dover sempre sentire urli o insulti, mi piacerebbe a volte essere meno emotiva e fregarmene un po di più, ma mi sembra sempre di avere un peso sulle spalle come se la serenità in casa dipendesse da me. E quindi in queste giornate “no” quando mi capita di uscire con delle mie amiche non riesco a godermi la giornata anzi mi sento quasi in colpa per essere li a divertirmi mentre a casa c’è un clima che rappresenta l’esatto contrario della serenità. Questo rappresenta più uno sfogo che una domanda in cerca di risposta in quanto nell’articolo ho ritrovato l’esatto descrizione del mio stato d’animo in momenti simili.

  7. Figlia unica, 37 anni alla fine di questo mese e finalmente vita serena che sto cercando di costruire da circa 5 anni quando ormai sfinita dal disastro che i miei avevano creato dentro di me ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia. Ho iniziato a sciogliere i primi nodi e a vedere le cose sotto una luce diversa: è stata dura….molto dura….durissima….tante volte ho pensato di non farcela ma mai di mollare: era in gioco la MIA VITA!! Credo di aver trascorso il primo anno di “Rinascita” (mi piace chiamarlo così!) non ricordando neanche il mio nome: non sapevo veramente più chi fossi!La mia psicoterapeuta mi ha aiutato a buttare fuori tutto il dolore che avevo acculumato in 32 anni di frustrazioni e problemi di salute che erano causati dal vivere in un ambiente familiare non affatto sano, fatto di continui letigi, manipolazioni psicologiche, tensioni, strumentazioni, etc….. Ho destrutturato pezzo pezzo la mia vita e credo non ci sia foto, ricordo o episodio che io non abbia analizzato per giungere alla conclusione che Io non centravo nulla!
    Da li ho cominciato un percorso di vera e propria liberazione, ho assaporato cosa volesse significare sentirsi liberi…..liberi dai sensi di colpa, liberi da quel sentimento amaro che ti lascia la tua bassa autostima quando non riesci a gestire in modo appropriato le relazioni e ti senti sopraffatto perchè pur di evitare il litigio soccombi. Non è stato semplice e non lo è tutt’ora….soprattutto quando, dopo aver trovato un compagno, ti chiedi ma “io quale modello familiare posso adottare se non ne ho avuto uno sano?”. E allora….sei li che provi e ri-provi e che pur sbagliando ti rialzi e giorno dopo giorno combatti con i sensi di colpa che sono sempre dietro l’angolo e cercano di nuovo di affossarti ma poi razionalizzi e sono loro a soccombere così come la tua bassa autostima!!
    Cosa ne è stato dei miei genitori?Loro sono ancora li che dopo 38 anni si fanno la guerra e li guardo da lontano perchè ho capito, a mie spese che, ognuno è artefice del proprio destino e del proprio cambiamento!
    Sono però consapevole che mi porterò i segni di certi dolori per tutta la mia vita così come che il mio percorso di liberazione e rinascita è ancora all’inizio!Lo vedo nella quotidianeità delle cose….vedo quanto io abbia ancora molto da imparare nella gestione delle relazioni a 360 gradi ma, ho escogitato un piano per creare il mio modello di famiglia…è un esperimento: ascolto le storie di vita dei miei colleghi, dei miei vicini, del panettiere etc….faccio domande e poi scelgo il pezzo che mi sento mio e lo personalizzo….un pò come essere in un negozio e scegliere il vestito che ci sta meglio e ci fa sentire a proprio agio! Sarà il modello adatto? No so, lo scoprirò solo vivendo ma Libera!Sere

    1. Ti sono vicino, leggere certe storie mi fa sentire più leggero. Vivo una situazione simile alla tua, condividere mi aiuta tantissimo. Grazie per il tuo messaggio.

  8. Tutto chiaro, io mi rispecchio tantissimo in quello che avete scritto ed è da aggiungere anche che il figlio crede di non poterne uscire perché lo vive tutti i giorni che sta a casa. Però non avete dato la risposta più importante cioè tu povero malcapitato cosa devi fare e cosa no, io per esempio urlo a mia volta soprattutto con mia madre: quando sono a scuola cerco di parlare con gente calma e/o figa per cercare di capire perché loro sono così e diventarlo a mia volta, ho una bassa autostima suppongo che combatto cantando(quando sono solo a casa mi da forza e mi fa apprezzare un po di più la mia voce) e guardando qualcuno che mi ispiri (spesso su Netflix o YouTube perché non so dove andare davvero) e imitandolo, adesso non os che fare pure perché ho bisogno di un padre ed una madre o di un punto di riferimento ma in famiglia non ho nessuno

  9. Salve, Mi chiamo Alex, ho quasi 28 anni e mi sono ritrovato in molte cose descritte dall’articolo. Da che mi ricordo i miei hanno sempre avuto litigi e discussioni. Una cosa che avrei aggiunto è che sovente, per solitudine, e perché non hanno amici a cui raccontare i loro problemi coniugali, finiscono per considerare il/i figlio/i come “delle spugne”, confidandogli tutti i loro pensieri e le loro considerazioni negative sul partner, portando il figlio nella condizione di essere diviso e combattuto tra le due immagini che i propri genitori gli danno ognuno dell’altro. A me succede tutt’ora, i miei sovente si sfogano con me dicendomi “tuo padre ecc ecc”, “tua madre ecc ecc”. Io per fortuna ho studiato psicologia, e forse anche grazie a questo sono riusciti a non “soccombere” psicologicamente, e a non odiare e non giudicare mai i miei genitori per le azioni dell’uno verso l’altro anche se non è stato facile. Ci sono state anche occasioni in cui ho fatto da mediatore per sedare gli animi, visto che in famiglia ci vivo anche io, ed essere preso in mezzo a due genitori che litigano non è semplice, per di più quando sono loro stessi in primis che ti mettono in mezzo senza che te nemmeno gli chieda i motivi dei loro litigi (tranne quando non sei te figlio direttamente responsabile del loro conflitto). Quello che sto cercando di fare capire ai miei da mesi ormai è che io non sono un loro amico e né tanto meno il loro terapeuta di coppia (aver studiato psicologia ha avuto purtroppo i suoi pro e i suoi contro), e che non cambierò mai la relazione con nessuno dei due per via per della loro situazione relazionale conflittuale. C’è un modo per fargli capire di smetterla? O continuo a fare come sto facendo, ovvero li lascio parlare e non me ne interesso facendo la mia vita come se nulla fosse?

    1. Mi sembra di vedere la mia vita leggendo il tuo commento.. Forse io ho qualche anno in più oltre ad una figlia appena nata ed una moglie. Vivo una vita difficile da tanti anni e non so come ho fatto a mantenermi sano di mente.

    2. Wow! Io non sono una psicologa non ho studiato psicologia e purtroppo psicologicamente sono a brandelli e lo sono sempre stata , appena letto il tuo commento ho letto tra le tue righe una frase che io mi ripeto sempre e cioè “non sono un’amica e non posso fare da spugna” !!!!!! Purtroppo oggi vivo male la vita cn me stessa x colpa di tutto ciò che ho vissuto…. e ancor peggio, io ho famiglia due figli un marito, e ci son litigi proprio per conseguenza di questo modo di affrontare i rapporti e la vita da parte dei miei genitori, litigi con tutta la famiglia compresi fratelli ….. è atroce vivere sentendoti senza un appoggio unico ed esclusivo, io sto cercando di non far vivere la stessa cosa ai miei figli…. ma ammetto anche che odio litigare e talvolta mi ritrovo a farmi andar bene cose che nn proprio mi andrebbero a genio a costo di non litigare (come dice proprio l’articolo). Io mi sento felice solo quando sono cn i miei figli, è dura provare a vivere da duri quando non lo si è… Spero di riuscire a non scoppiare mai!

  10. ho quasi 30 anni…x diversi motivi vivo ancora coi miei,e non ho possibilità d andar via…mi rivedo totalmente in alcuni dei punti elencati,e ci soffro tantissimo..ho provato d tutto..ho anche inoltrato questa pagina a mia mamma,una volta…mi ha detto “poi leggo”e non ha mai letto…
    mi sento in colpa x loro,e non so xkè…mi sento sola,invisibile,specie quando litigano o hanno litigato…penso non esistano persone che posson volerti bene,senza che ci sia qualche cosa sotto…mi impegno da sempre,mi ammazzo di lavoro,x cercar d fargli vedere che esisto…non serve nulla…da sempre,da quand’ero piccola,che mi sento così…vorrei poter far capire a tutti e due,che è ora d finirla d comportarsi così…che anche io,che li vedo,li separo,e li sento da una vita,sono stanca e soffro…ma non c’è nulla da fare…certe volte son quasi sollevata all’idea d essere single,xkè così so che posso continuare a dividerli,quando capita che litigano pesantemente..ma non ne posso più…due giorni si vive in pace,e poi ricominciano…senza parlare delle continue lamentele di mia mamma,che puntualmente assorbo io…ho provato d tutto,e adesso sto cercando semplicemente di crearmi una corazza,xkè in qualche modo devo proteggere la mia mente..è davvero molto,molto doloroso

  11. Sono figlia unica. I miei genitori hanno vissuto un rapporto conflittuale da quando era piccola e nel tempo è peggiorato. Adesso ho 17 anni.
    Ricordo due episodi in particolare della mia infanzia.
    In età prescolare i miei stavano avendo una discussione accesa e mia madre fece la valigia a mio padre per sbatterlo fuori di casa (anche se alla fine non è successo). Io urlavo “basta, basta” perché non riuscivo a sopportare la situazione, ma ero invisibile. Decisi, dalla disperazione, di lanciare verso di loro il mio orsacchiotto bianco nel tentativo di fermarli ma fu totalmente inutile. Quindi capii di essere impotente.
    In seguito iniziai le elementari e la mattina la maestra faceva la “preghierina”. Una mattina in terza io decisi di alzare la mano e pregare “perché mamma e papà non litigano più “. Mia madre lo venne a sapere ad una festa di compleanno pochi giorni dopo e mi riportò subito a casa, con qualche schiaffo.
    Alle superiori ho avuto due episodi di attacchi di panico a scuola.
    Il mio problema adesso è che provo un rancore enorme verso mio padre, perché ha fatto soffrire mia madre e me. Non riesco a parlarci e assumo un atteggiamento di totale rifiuto ma lui agisce con indifferenza e mi delude quotidianamente.
    Ormai questa situazione sta diventando invalidante. Amo studiare e fare altre attività ma certi giorni sono così sfinita che non riesco a fare niente. Vorrei trovare il coraggio di chiedere a mamma di portarmi dallo psicologo per questo motivo, perchè desidero trovare la mia indipendenza da questo situazione.

  12. Ciao, non so se mai qualcuno leggerà il mio messaggio! Non ce la faccio più! A volte lo sopporto meglio e a volte non ci riesco! Ho 22 anni vivo ancora in casa con i miei perché sto studiando e non ho ancora le finanze per andarmene! I miei ? I miei sono due persone intrappolate in una vita orribile e che intrappolano me e mio fratello in una vita altrettanto orribile. Non si parlano ormai da anni: si magari hanno alternato, in qualche momento si parlavano a causa di un lutto in famiglia, di questioni economiche o questioni che riguardavano me e mio fratello. la situazione è però diventata pesante negli ultimi tre anni. Si schifano a vicenda in silenzio, combattono silenziosamente, si offendono a vicenda tramite noi. Si fanno i dispetti come se avessero tre anni, schifano l’uno il preparato dell’altro, l’uno il cibo dell’altro, mia mamma schifa mio padre dal punto di vista fisico e mio padre la insulta dal punto di vista caratteriale. Come ? Con i gesti, con i sospiri, con le offese sotto voce. Stare a tavola in quattro per pranzo o cena è un’agonia.
    Ho sempre cercato di fregarmene consapevole che un giorno me ne sarei andata via e consapevole che sarei stata io a proteggere me stessa. Ora però mi rendo conto che hanno lasciato qualcosa in me che non sono riuscita a proteggere: ho proiettato alcuni loro atteggiamenti nei confronti del mio ragazzo, alcuni gesti, alcuni pensieri etc. Ultimamente penso di voler stare sola a vita e il che mi piace come cosa, ma a volte penso di pensarlo solo perché so di essere come loro e so che metterò al mondo qualcuno e lo farò soffrire comportandomi così con la persona con la quale sceglierò di vivere. A volte schifo alcuni atteggiamenti maschili, a volte pure cose fisiologiche! Offendo sotto voce e il mio cervello è pieno di pensieri brutti nei confronti delle persone. Mi sento bene solo con me, con i miei libri. Io credo che la colpa sia loro. Vorrei solo sapere come uscirne, visto che non posso ancora andare a vivere da sola.
    Grazie
    Lisa

  13. Confermo quello che c’è scritto nel post, soprattutto per ciò che riguarda le conseguenze sui figli e le dinamiche dei genitori che spingono a non separarsi.
    Sono cresciuto in una famiglia litigiosa con una delle due figure genitoriali dipendente da alcol e farmaci.

  14. Mi ha fatto bene leggere queste parole. Dal nulla mi é scesa qualche lacrima perché conoscevo già tutto. Sono cresciuta in una famiglia di separati in casa, dove mio padre ha sempre fatto grandi sforzi nel lavoro per poter apparire all’esterno come l’uomo che sa prendersi cura della sua famiglia. In realtà, le strutture necessarie per crescere in maniera sana, i valori, la sicurezza, la fiducia, gli insegnamenti che un figlio si aspetta da un padre. Non sono mai arrivati. Mia madre invece, dopo la mia nascita deve aver subíto un cambiamento dal quale non si é mai più ripresa, anzi, direi sotterrata. Ha rinunciato a tutto ciò che l’avrebbe resa libera e sicura di sé, al lavoro, a guidare, a viaggiare, ad esprimersi, alle novità. Si é ritagliata un piccolo mondo buio attorno a sé, fatto di rabbia e depressione, qualche svago tra shopping con le amiche e caffè al bar, e niente di più. Io sto per arrivare alla soglia dei 30 anni. In adolescenza ho superato momenti molto pesanti tra alcool e droghe. Mi sono poi dedicata ciecamente all’amore, per lunghi anni ho cucito grandi storie che all’improvviso, ho troncato. Mi sono allontanata, ho cambiato città, luoghi, amici, ho rinnegato tutto della mia vita, delle mie origini. Non riuscivo più a guardarmi allo specchio dopo aver perso la persona che mi stava accanto. Ci sono voluti lunghi anni di lavoro, dedizione, ricostruzione per rialzarmi pienamente. Ritrovare una strada. E dopo essermi dedicata ad essa con anima e corpo, tutto di nuovo é svanito, concluso, senza stragedie, ma finito.. Come fosse stato un sogno, un illusione. Mi sono ritrovata di nuovo con gli scatoloni in mano indecisa di dove andare, a cosa rivolgere lo sguardo. Poi pensai che era giunto il momento di tornare. Tornare da dov’ero partita. Mettere la testa nel fondo del pozzo senza avere alcuna paura di ciò che avrei trovato. L’ho fatto. Sono tornata di nuovo nella casa dei miei, nonostante il mio perenne desiderio di indipendenza mi urlasse contro. Ma dovevo farlo. Dovevo guardare con occhi diversi tutto questo. E la situazione é all’incirca la stessa. Si sono arresi. Mia madre che fumando la sua sigaretta e scaricando le lavatrici aspetta che la vecchiaia la accolga per essere di nuovo vista, che qualcuno si prenda cura di lei, mio padre sempre uguale, un egoista che si maschera magistralmente da altruista, torna a casa a dormire e mangiare e appena il sole sale nel cielo, si lascia dietro la porta e scappa. Se non può farlo cade come uno zombie, sentendosi in trappola per colpa del virus, e della politica, e di sua moglie, e passa le giornate al telefono a salutare con gioia tutti i grandi affetti della sua vita. I suoi clienti di lavoro. La sua unica ragione di vita. Mia madre non dorme la notte la almeno 10 anni, non vuole farsi aiutare, perché ormai per lei é una routine normale. Io vi confido, che spesso in tutto questo non sono stata in grado di capire il mio ruolo con il risultato di dovermi alternare tra essere l’aiutante di mia madre quando mio padre si fa i cavoli suoi, e dover interrompere i loro litigi quando mia madre sfogava la sua disperazione in offese contro mio padre. Entrambi scontenti di quello che hanno creato, per staccarmi mentalmente da questo (anche se a km di distanza e non in presenza di loro) vi confesso che lavoro tutti i giorni, ogni giorno per ritrovare il mio, togliere i nodi dal filo, potermi liberare da tutto questo. Nel tempo sono diventata così forte e consapevole di ciò che mi accade attorno e dentro che un giorno, spero che tutto questo bagaglio sfoci in una possibile espressione o talento da manifestare al mondo. Ognuno ha la sua storia, l’importante é non scordare mai che possiamo anche crearne qualsiasi altra. Se lo vogliamo. Partendo da noi, che siamo il centro, e la più grande luce che abbiamo.

  15. Ciao, io sono una persona che si sta analizzando molto e sta capendo che tutto il suo malessere ha origine dai suoi genitori, come del resto è quasi sempre per tutti.
    Sono cresciuta con due genitori che litigavano sempre, che litigano ancora sempre e che litigavano sempre da prima che nascessi.
    Ora con le consapevolezze attuali non vorrei davvero che si separassero perché so che si amano e quanto si amano, ma al contempo avrei pagato e pagherei ancora per un ambiente più sereno in casa. Nonostante gli infiniti miglioramenti e la mia crescita personale in un percorso psicoanalitico io pago ancora tutte le conseguenze di come sono stata trattata durante la mia infanzia.
    Ho avuto una madre elicottero onnipresente, una presenza schiacciante e doppia, sì perché mia madre mi dava amore solo quando facevo esattamente ciò che diceva lei, negli altri casi mi trattava con distacco e rabbia. Mio padre invece mi ha sempre rifiutata, allontanata, era assente e mia madre ha detto che lei ha fatto sia da madre che da padre a me.
    Il risultato sono io, una persona che ha lavorato tantissimo su se stessa e cui manca da risolvere un disturbo ossessivo, dei problemi relazionali, ma alla base un terrore assoluto di non arrivare mai a una serenità, a una felicità nel quotidiano.
    Inoltre analizzandomi attentamente mi sono resa conto che mi sono sempre comportata come se fossi la mamma dei miei amici, fin dall’asilo. Ho cercato e non c’è niente in merito sul web e mi sembra strano anche perché mi sembra un atteggiamento non sano. Gradirei avere risposte.
    Non mi sento responsabile del loro benessere anzi credo che loro dovrebbero preoccuparsi molto di più del mio.
    Questo articolo è stato illuminante su così tanti punti che posso solo dire grazie per averlo pubblicato.

  16. Eccomi, mi aggiungo anch’io alla barca. Sono l’ultima di tre figli e attualmente ho 25 anni. I miei genitori, fin da prima che nascessi, hanno sempre avuto un rapporto violento e insano da sostenere. Mio padre è sempre stato un violento, con il cattivo vizio di distruggere oggetti per la casa, e mia madre una succube. Fin da bambina ho dovuto assistere a scene di violenza verbale di ogni tipo, minacce di morte fatte a mia madre, violenze fisiche, psicologiche e insulti fatti a me e ai miei fratelli. Ciliegina sulla torta poi, mio padre oltre ad essere un violento, ha sempre tradito mia madre e davanti a noi figli elogiava sempre maschilismo e discorsi da medioevo. Ho sempre cercato di proteggere mia madre, ma adesso ho smesso di farlo, perché ogni volta che provavo a proteggerla, lei alla fine tornava con lui. Per colpa dei miei genitori, ho sviluppato un sacco di problemi… depressione, ansia, attacchi di panico, aggressività, rabbia repressa, scarsa fiducia nelle relazioni sentimentali, vedo sempre il marcio in tutto, non ho fiducia nelle persone, ho una scarsa autostima di me stessa (specialmente del mio corpo), ho avuto problemi di autolesionismo e pensieri suicidi continui (mai attuati davvero, però). Ho provato ad andare da una psicologa ma non è stata d’aiuto per nulla. Poi ho cambiato e sono andata da uno psichiatra, che mi ha diagnosticato disturbo post traumatico da stress, ritiro sociale e altre problematiche. Sto cercando di andare avanti ed essere migliore di quella che sono. Cerco di sfogare la mia rabbia con lo sport (pugilato), mi piace tanto correre e cerco il più possibile di evitare i miei genitori, specialmente quando litigano. (Cosa che consiglierei di fare a tutti). Per esempio mi chiudo in camera o vado a farmi una passeggiata. Ho già in progetto di andarmene di casa, appena troverò un posto stabile dove trasferirmi. Penso che i cattivi genitori siano la rovina dei figli. È vero, non vi è un manuale per imparare a fare i genitori… ma quando ci si ritrova costretti a vivere con delle persone nocive, è davvero dura andare avanti.

  17. Ovviamente come non lasciare un commento, i miei si sono messi insieme che avevano 17 anni, mia mamma rimane incinta di mio fratello e restano insieme. Passa poco tempo e destino vuole che nasca anche io. Da che ho memoria ho visto crisi di gelosia, accuse reciproche di tradimento, accuse di non aver potuto avere una carriera che si sputano uno con l’altra da 30 anni e io e mio fratello che abbiamo assistito a tutto ciò,in un clima di incertezza anche economica in quanto alla crisi di gelosia seguiva il licenziamento dal posto di lavoro di mia mamma o mio papà. Mio fratello però per via della fortuna ad avere il posto fisso è il cocco di turno, mi ha persino picchiato e nessuno gli ha detto nulla perché lui risolve i loro problemi economici mettendo mano al portafoglio. Sono io la cattiva, sono io che provoco e sono io che porto i litigi. Mi stanno per sbattere fuori casa senza lavoro, senza un soldo perché nonostante io stia studiando e mi manchino pochi esami alla laurea per me soldi non ne hanno, ma li hanno per hotel, vacanze e trattamenti di bellezza. Ho pochi spiccioli da parte e li sto usando per fare delle visite per problemi pregressi che non ho mai potuto risolvere perché loro non sono interessati ad aiutarmi. Nelle mie relazioni tendo ad avere pochissima fiducia, gelosia, vedo il tradimento ovunque, sto curando la depressione, attacchi di panico, ho un pessimo, rapporto col cibo in cui alterno periodi prolungati di digiuno a periodi in cui mi ingozzo. Le ultime vicende e quindi il fatto che non trovo lavoro, non abbia soldi e che tra poco sarò sbattuta fuori mi fanno perdere la voglia di vivere. Non so più cosa fare. Mio fratello se la passa peggio comunque. È misogino, odia le donne che vede come oggetti sessuali, passa il suo tempo libero a guardare porno e non sia mai che vede una donna fumare o bere un alcolico perché automaticamente è una puttana alcolizzata. Welcome to my life. Nessun sostegno, solo odio, privazione e accuse.

  18. Grazie a chi di voi ha lasciato un commento: fa sentire meno soli, anche se poi ognuno con i propri mostri deve fare i conti da solo. Ho 33 anni e condivido molte delle esperienze descritte sia nell’articolo sia da chi ha commentato. Non vivo più con i miei genitori da circa 8 anni e ho vissuto all’estero per periodi medio lunghi, ma questo non ha impedito che la mia situazione familiare condizionasse ogni attimo della mia vita, perché dovunque sono, qualsiasi cosa faccio, il pensiero è sempre là.
    Ho una vita che da fuori sembra normale: ho un buon lavoro, una casa mia, faccio tanto sport e ho un bel fisico; la gente mi trova gentile, intelligente, buona, serena e paziente. Peccato che dietro questa facciata si nasconda solo un dolore enorme, talmente forte che non sono in grado di provare nessun altro tipo di emozione.
    Ho avuto una sola relazione che è durata circa sei anni ed è stata un disastro sotto ogni punto di vista perché ha riprodotto le dinamiche dei miei (lui un ragazzo buonissimo e dolcissimo, ma con un carattere debole; io che lo maltrattavo); non riesco a stare con gli altri e a farmi degli amici; non so chi sono, cosa mi piace; non so godermi nulla; ogni piccolo gesto quotidiano mi fa sprofondare nell’insicurezza e nell’angoscia.
    I miei genitori sono due persone meravigliose prese singolarmente, ma non sono mai state bene assieme: non si sono mai amati né stimati. Ora per me il dolore immenso è dato dal fatto che li guardo ormai anziani: mio padre avvilito e deluso dalla vita, vorrebbe avere le sue figlie vicine e fare il nonno, invece si ritrova con due donne sole e che non riescono a trovare la propria strada; mia madre profondamente depressa perché pensa di aver sbagliato tutto e che ormai sia tardi per rimediare. Io non ci riesco a fare finta di nulla e dire che se la sono voluta, mi sembra una punizione che non si meritano. Ma questo non aiuta me a staccarmi da tutto quel dolore…
    Oltre a questo la cosa che più mi addolora è mia sorella. Nel nostro caso io e lei incarniamo le due reazioni opposte descritte nell’articolo. Lei è sempre stata la ribelle, la “problematica”. È più grande di me e tutt’oggi ha molti problemi a relazionarsi con il mondo e a trovare il “suo posto” perché è stracolma di rabbia e di senso di ingiustizia. Essendo io stata quella che ha reagito al dolore creando una bella maschera da brava bambina, mi sento profondamente in colpa perché la mia presenza ha fatto sì che lei sia sempre stata bollata ancora più come quella “sbagliata”, la pecora nera. Agli occhi dei miei genitori, degli insegnanti, dei conoscenti, lei è sempre stata l’incognita: “cosa può essere mai andato storto se l’altra figlia è normalissima?”. È un dolore che mi toglie il fiato questo, vorrei con tutto il cuore poter tornare indietro e non aver reagito come ho fatto, anche se lo so che ero piccola e mi sono difesa come ho potuto; darei ogni cosa per essere io quella da bollare come “sbagliata”. Perché vorrei sbatterlo in faccia a tutti che io non sono normale, che non va tutto bene, che non sono quello che sembro da fuori. E vorrei tanto poterlo dire a lei, che siamo le due facce della stessa medaglia. E che la mia “normalità” costa caro tanto quanto la sua “anormalità”. Che il dolore e il senso di colpa mi hanno paralizzata a tal punto da rendermi un robot, un automa.

  19. Io sono vissuta in una famiglia esattamente come quella descritta. Da piccola ero costretta anche a tarda notte ad assistere ai litigi dei miei genitori che pretendevano da me che dessi ragione e torto come se fossi un giudice, a 10 anni! Ora ne ho 35, un matrimonio felice, due figlie piccole che sono una gioia immensa, cerco di essere per loro tutto quello che mia madre presa da sé stessa non è stata per me. finalmente mi sento felice… E molto in colpa quando chiamando la sera i miei genitori, con cui sono riuscita a mantenere dei rapporti civili, sento che stanno ancora litigando per le stesse cose, e mi fanno sentire in colpa, anche se non lo dicono apertamente perché da quando sono diventata mamma ho messo in chiaro che non avrei voluto più sentire parlare dei loro litigi, perché mi avrebbero fatto stare male e questo si sarebbe riversato sulle mie figlie. Però io percepisco tutto lo stesso. Voglio proteggerle da questa situazione, voglio dare un’immagine dei loro nonni che non sia quella che ho io dei miei genitori. Nascondo questo lato della mia vita e della loro personalità con chiunque, amici, parenti. Tutti mi dicono che sono fortunata, ho due genitori d’oro e io annuisco e cambio discorso. L’unico che sa la verità è mio marito.
    I problemi in realtà sono due: io che mi sento in colpa per essere felice con la mia nuova famiglia, e mio fratello, che ha 10 anni in meno di me, e vive ancora con loro, non riesce a sistemarsi, non trova lavoro, ha lasciato l’università a 6 esami dalla laurea, e qualsiasi cosa fa mi da l’idea che la faccia senza voglia,. Non riusciamo a dialogare, perché lui ha lo stesso carattere di mia madre e quando litiga con lei, vorrebbe sfogarsi con me pure lui. A volte mi sento un egoista, perché li sto abbandonando ai loro problemi e ho paura che il giorno in cui purtroppo non ci saranno più, io mi sentirò ancora peggio capendo che dovevo essere più presente con loro.

  20. Buonasera a tutti, sì anchio purtroppo sono cresciuto con 2 genitori che litigavano spesso, e in maniera molto forte e violenta!
    Si alternavano momenti di gioia, serenità e risate e a momenti di terrore!
    E io per difendere mi mettevo in mezzo con la speranza di calmarli! Ci sono stato molto male ed ero un bambino!
    Ho sofferto molto e mi sono sentito ( e mi sento tutt’ora ) genitore io di loro due.
    Sono figlio unico, forse se avevo un fratello o sorella la situazione sarebbe stata differente.
    Li amo entrambi e ho un bel rapporto con tutti e due, anche se speravo che si seperassero…io più volte glielo dissi a mamma, ma lei non ha mai voluto!
    Ora le cose vanno molto meglio, ma ogni tanto ci sono ancora queste forte liti!
    Mi sento come se avessi sprecato TROPPA ENERGIA in questo ( con conseguenti tic nervosi ).
    Il fatto è che tra loro è come se ci fosse un odio-amore….ci sono giornate meravigliose in cui si dimostrano tanto affetto e stiamo benissimo …. ad altre che sono l’opposto!

  21. Ho 25 anni . Vivo con due genitori che fin da quando ne ho ricordo ad ora non fanno altro che disprezzarsi, offendersi nel peggiore dei modi, evitarsi.. in casa mia si parla solo urlando , dicendo parole orribili .. non nego che sin da quando ero piccola ad ora a volte mi chiudo in bagno a piangere .. perché so che questa non è la normalità.. so che il fatto che io soffra di ansia , di attacchi di panico ( che piano piano sto superando ) principalmente nasce da questo brutto contesto familiare .. che spero non avrò mai in una futura famiglia .. spero di riuscire ad avere un matrimonio felice , una casa accogliente e affettuosa , e di non far sentire mai i miei figli come mi sento io .. indignata .

  22. Non ho mai visto andare i miei genitori d’accordo da quando sono nata, litigano furiosamente e violentemente tutti i giorni per ogni cosa, sono andata via di casa a 20 e anni per non sentirli più, purtroppo qualche anno fa ho comprato casa insieme a loro vivo nell’appartamento sopra e ogni giorno puntualmente urlano..ho sviluppato tanti problemi negli anni e oggi a 42 sono single non mi sono mai sposata e non ho figli e rivivo ogni giorno la mia pessima infanzia. Vorrei scappare da qui e allontanarmi perché ho bisogno di vivere serena, ma purtroppo l’impegno economico preso non me lo sta permettendo e nel frattempo io sto impazzendo.

  23. Ciao a tutti. Volevo ringraziarvi per i vostri commenti e per questo articolo. Spero possiate trovare il bostro equilibrio e che come alcuni suggeriscono, che incominciate a pensate che i problemi di mamma e papa no sono votri e che dovete solo alsciarli parlare. Infatti parlo da mamms che essendo molto preoccupata per alcuni atteggiamenti che stanno adottando i figli che cerca di capire il perché. Grazie a questa pagina, ho inteso che probabilmente queri atteggaimenti sono dovuti al rapporto litigioso che ho con mio marito. Mi avete dato alcuni spunti su cui intervenire prima che sia tardi e mi avete anche aiutato a ricordare di essere stata a mia volta figlia di una coppia che non é mai andata d’accordo, e abbia sempre sfigato la rabbia dicendo di stare insieme solo per i bambini, di quanto ho desiderato che si separassero, del fatto che sono andata a studiare lontano peeché ero stabca di sentirli urlare e attaccarsi su qualunque sciocchezza. Mi avete ricordato quanto faccia soffrire assistere a gli sfoghi di mamma e papá e aiutato anche a capire perché non riesco mai apensare a me stessa e ritenere di meritare di essere felice o di poter decidere nella mia vita. Appena diventata mamma ho sempre cercato di rendere la vita di mio figlio perfetta, gli sono stata vicina in ogni momento, ma purtroppo mio marito mi ha sposata perché glie lo hanno chiesto gli altri visto che abbiamo avuto il nostro primo genito fuori dal matrimonio. Io ho sempre cercato di lasciarlo libero, proprio perché non volevo vivere in una famiglia litigiosa e piena di problemi di quelle che alla fine si dicono: ” stó con te solo per i miei figli, appena sono grandi io ti lascio” lui lo dice sempee quando il litigio si fa duro e davanti a loro, ma il giorno dopo si pente e torna a fare l’innamorato vuole far veddre mamma e papi che si amano….ma é chiaro che é una pantomima. Non litigare é difficile. É dificile e complesso spiegare le dinamiche, e trovare la soluzio e a tutto. Io mi sono distaccata da mio marito e sono diventata sempre piú rigida e fredda, piena di rancore mi piacerebbe credergli quando mi dice ti amo, ma é solo illusione. Non so dire se lo amo , quello che é certo é che spesso non lo sopporto, sento di vievere una vita non mia e sono totalmente alla deriva, non trovo un equilibrio e vedo i miei figli naufraghi in mezzo al mare. Ora credo di sapere un po di piú su di loro e sul loro disagio, avevo la certezza che a un certo punto della loro vita qualcosa fosse andato storto, ma presa da tante cose non mi sono fermata rifglettere, ora forse ho la risposta. Sará difficile non rispondere alle provocazioni continue ma cercheró di non lasciarmi prendere dall’ira e di aiutare i miei figli a stare sereni e a costruire una loro vita meravigliosa, seza il peso di questi due genotori brontoloni.

  24. Ho letto con interesse il vostro articolo, studio psicologia e l’argomento mi tocca personalmente. Ho vent’anni e vivo con due genitori che si odiano da quando ne ho memoria. Litigano animatamente, lo hanno sempre fatto davanti a me, spesso in modo violento, coinvolgendomi e costringendomi al ruolo di giudice, per lasciare a me il compito di riconoscere chi ha più colpe. Spesso sono accusata di essere la ragione per cui la famiglia va a rotoli. Non so cosa fare, sono maggiorenne ma dipendente da loro economicamente. Non so quale sarebbe il mio futuro se si dovessero separare, ma questa situazione negli anni mi ha causato forti disagi, in primis depressione…

  25. Ho quasi 45 anni, ho una famiglia mia. Ma ho I miei genitori che abitano vicino. E ogni 2×3 mia madre mi viene a raccontare che è giù di morale perché ha discusso con mio padre. Mio padre non ha mai alzato le mani, ma assume un tono di voce cattivo e inoltre la insulta. A volte parte tutto da una battuta (fatta senza offesa e per finire lì) ma mia madre si offende e getta benzina sul fuoco. Dopo litigano, parolacce e bestemmie da, parte di mio padre. E mia madre viene a dirmelo. Io ho preso il carattere di mia madre, non mi so difendere. E ai racconti di mia madre, cosa le dovrei dire? Lui ha 78 anni e può solo peggiorare.

  26. Anche io vivo con genitori che litigano sempre, sinceramente non so nemmeno se si amano ancora.
    Ogni giorno c’è sempre da discutere, anche per cose banali. Anche quando ero piccola loro litigavano spesso, una volta avevo 5/6 anni e si sono lanciati le scatole di gelato addosso è stato un trauma per me. Però pensando al lato positivo ho avuto una buona educazione e affetto VERSO DI ME, ma loro non li vedevo mai abbracciarsi/baciarsi, neanche scambiarsi complimenti.
    Fino a qualche anno fa ero una persona molto tranquilla,timida e pacifica, ma poi ho iniziato ad avere un rancore senza un motivo preciso con i miei genitori per cose banali, se loro non mi facevano uscire io iniziavo ad urlargli contro (cosa che fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di fare). Il mio carattere è cambiato, e si è trasformato in una persona più rabbiosa (non troppo) però una persona più simpatica e timida dal punto di vista degli altri. E come se mi sia creata una corazza per nascondere la mia sensibilità. I miei davanti agli altri sembrano una coppia normale,che se deve bisticciare davanti agli altri lo fa scherzosamente (anche davanti a me a volte) nessuno sa come sono in casa da soli che succede…
    e adesso non so come mi devo comportare con gli altri se essere essere la persona timida,insicura e riservata, o usare la mia corazza (la uso quasi sempre).
    i loro momenti di pace sono pochi ma tranquilli, però in quei momenti loro si allontanano, mio padre va a giocare alla play e mia madre è giù in salotto a guardare la TV (cosa che sta succedendo in questo momento).
    I miei lavorano tanto (soprattutto mia madre) e quindi litigano anche perché sono stressati. Lavorano anche nei giorni di festività, quindi immaginatevi…
    Infatti quando sento i genitori de miei amici scambiarsi gesti d’affetto mi sorprendo.

  27. Io sono cresciuta e sto crescendo(essendo che ho 18 anni),con una coppia che ogni giorno litiga per più volte al giorno. Ogni volta che alzano la voce, mi viene automaticamente l’ansia. Spesso sento che discutono perché non vado molto bene a scuola e perché devono spendere i soldi per me che in quel momento non hanno, ed iniziano ad insultarsi. Prima era ancora peggio , arrivavano quasi alle mani, e forse da uno sfogo che avevo fatto non è più successo. Ora usano solo parole pesanti, e nonostante dico di parlarne quando si è più calmi, mi ignorano proprio. Molte volte mi chiedo: perché se si dicono che stanno male l’uno con l’altro e che non ce la fanno più con sta vita ancora stanno insieme? Leggendo questo post mi sono ritrovata in molte cose, infatti entrambi mi avevano risposto con “lo facciamo per te”. Io preferirei che non stessero più nella stessa casa, così io mi sento meno in ansia, non devo preoccuparmi ogni volta a quello che fanno e dicono e sono più sereni loro. Manca veramente poco e glielo chiederò schiettamente, perchè questa storia va avanti da quasi 6/7, forse anche da prima ma ho completamente eliminato tutto ciò che è successo quando ero più piccola. L’unica cosa che so per certo, è che ero estroversa, e piano piano ho incominciato a chiudermi in me stessa. Quando sento che discutono, metto le cuffie ad alto volume e mi addormento, così mi sveglio la mattina dopo come “nuova”. Le metto anche perché purtroppo ho incominciato ad essere molto sensibile ai rumori, sento praticamente tutto ciò che accade in casa, e quindi vi lascio solo immaginare. So che loro si sono impegnati nell’ educarmi e darmi affetto, ma non si stanno rendendo conto che tutto quello che succede fra di loro ricade su di me, anche perché tempo fa mi mettevano in mezzo, e quindi finivo per discuterci pure io. Purtroppo tutti questi litigi mi hanno portato ad odiare qualsiasi festività, anche il mio compleanno, infatti se lo devo festeggiare lo faccio solo ed esclusivamente con alcuni miei amici. Io gli voglio bene, ma tutta questa situazione mi stressa un sacco, vorrei solo che si parlassero una volta per tutte per bene, senza discutere, e cercare di risolvere i vari problemi, anche se potrebbe portare alla separazione. Magari fa brutto dire “preferirei che si separassero”, ma fidatevi che non è facile neanche avere dei genitori che litigano costantemente nella stessa casa.
    Ripeto: non voglio farli sembrare persone cattive, perché comunque se ne ho bisogno ci sono e cercano di farmi felice, ma tutti questi litigi mi stanno rovinando, letteralmente.

  28. Grazie per l’articolo, sono cresciuta sentendomi in colpa perché speravo che i miei genitori si lasciassero, invece adesso leggo che è un sentimento naturale, la situazione è stata insostenibile, mi sono sentita in colpa anche perché mi è stato detto da entrambi “che vivevano male per me “si è proprio questo che pensa un figlio quando si tira fuori la puttanata di voler restare insieme per i figli, per la famiglia..ma quale famiglia . Sono scappata da quella casa appena ho potuto, e ho incominciato a inciampare…nella droga nell’alcol nei brutti giri, si spesso taccio per non litigare e alterno il tutto con scatti di rabbia e ira fuori controllo.

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