Una delle preoccupazioni principali di una coppia che si separa è comunicare la decisione ai figli: è un passo delicato e deve essere preparato con cura da entrambi i genitori, che si devono fare carico di questa comunicazione e renderla chiara e per quanto possibile rassicurante per i propri bambini.
A volte i genitori si illudono che i bambini non si rendano conto di quello che sta accadendo, del fatto cioè che la situazione è conflittuale e talmente critica da far sì che la separazione sia l’unica soluzione. E’ stupefacente verificare come i figli spesso siano i primi a rendersi conto che la separazione sarà l’esito della crisi in corso, prima ancora che i genitori prendano una decisione in questo senso. Questo è perfettamente normale perché i figli dipendono dai genitori e, fin dalla nascita, sono costantemente sintonizzati sullo stato d’animo di mamma e papà, sulla qualità del loro rapporto, sulla presenza/assenza di conflitti: questo accade perché la sopravvivenza del bambino dipende dall’adulto che se ne occupa e, a livello biologico, la potenziale perdita di questo adulto può significare la morte, cioè la non assicurazione della propria sopravvivenza. E’ perciò la spinta all’auto-conservazione ciò che orienta naturalmente l’interesse dei figli a cogliere e dare la massima importanza ai fattori emotivi che concernono i genitori.
Comunicare ai figli lo scioglimento della coppia implica quindi rispondere prima di tutto alle legittime ansie del bambino, che teme istintivamente di non sopravvivere alla divisione della famiglia. I figli devono essere rassicurati sul fatto che non saranno abbandonati, che l’organizzazione della routine quotidiana cambierà, ma i genitori ci saranno sempre per loro.
Il bambino deve ricevere delle spiegazioni commisurate all’età: se è molto piccolo (0-3 anni) risentirà della separazione molto meno rispetto a bambini più grandi, perché non avrà ancora interiorizzato in maniera stabile il quadro familiare, e probabilmente sarà sufficiente concretizzare la separazione comunicando con le azioni che l’affetto per lui è immutato e che il cambiamento non rappresenta nulla di spaventoso.
Quando parlare ai figli della separazione?
Prima di comunicare ai bambini che ci si sta separando è fondamentale accordarsi sui particolari fra genitori, mettendo da parte il rancore e la tristezza per concentrarsi sul bene dei figli. Se non si riesce a dialogare è importante farsi aiutare da uno psicologo a concentrarsi esclusivamente sulla comunicazione che si sta preparando.
Il momento migliore per fare il discorso dev’essere sicuramente scelto in modo tale che garantisca di avere tempo, tranquillità e nessun impegno importante a seguire. E’ importante evitare ad esempio i giorni feriali, quando il figlio è impegnato con i compiti e il giorno dopo andrà a scuola, così come la sera, prima che vada a dormire.
Dove parlarne?
Alcune persone pensano che sia una buona idea portare i figli fuori, a mangiare una pizza, a prendere un gelato o a fare un giro al parco, e parlare loro in uno di questi contesti fingendo armonia e normalità. In realtà la scelta migliore è casa propria, un luogo in cui il bambino possa reagire come sente di fare e non sia inibito dalla presenza di estranei.
Importantissimo è NON parlare in cameretta, magari sedendosi sul letto a fianco del bambino: questo per evitare che un luogo che dev’essere percepito come sicuro e personale sia invaso e conservi poi in sé il ricordo di quello che non sarà mai un bel momento per i figli. Molto meglio scegliere un luogo in comune nella casa, come il salotto, anche per dare modo al bambino di allontanarsi e chiudersi in camera propria se ne sentirà il bisogno.
Come parlarne?
Il discorso dev’essere svolto con tranquillità, in modo tale da comunicare ai figli che mamma e papà sono d’accordo e che nessuno dei due è vittima dell’altro. La naturale propensione ad allearsi con il genitore percepito come vittima non dev’essere incoraggiata perché il bambino tenderà già da sè a incolpare uno o l’altro dei due per la separazione. Tenderà inoltre a incolpare sé stesso, per il normale egocentrismo che caratterizza l’infanzia, e deve quindi sentire che i genitori stanno facendo un discorso che esclude ogni sua possibile colpa e che riguarda solo loro come coppia.
Cosa dire?
I contenuti devono riguardare questi aspetti:
– mamma e papà sono d’accordo e hanno deciso assieme di separarsi
– la separazione è dovuta al fatto che mamma e papà non si amano più, ma si vogliono comunque ancora bene
– i figli non c’entrano nulla con questa decisione: non sono stati cattivi e non hanno provocato le discussioni e l’allontanamento dei genitori (in particolare l’allontanamento del genitore che non vivrà più nella casa di famiglia)
– la separazione riguarda mamma e papà come coppia, ma entrambi rimarranno genitori del bambino e se ne occuperanno sempre, perché gli vogliono bene quanto prima
– alcune cose cambieranno nell’organizzazione della giornata e della settimana, ma i figli continueranno a vedere sia mamma che papà, generalmente in momenti diversi (a questo proposito, se ci si è lasciati in maniera amichevole e non ci sono rancori può essere buona cosa evitare che dopo la separazione ci siano continue occasioni per rivedersi tutti assieme, per non dare ai figli l’illusione che la coppia si riunirà se questo non è il desiderio di entrambi)
– la mamma (o il papà) rimarrà a vivere in quella casa come prima, l’altro genitore si trasferirà e in determinati giorni il bambino andrà a stare con lui o lei: sapere cosa succederà sul piano pratico è molto rassicurante per i figli
– il bambino dev’essere libero di manifestare quello che prova ed è importante chiederglielo: se è arrabbiato o triste deve poterlo dire. Forse all’inizio sarà confuso, anche se si aspettava che la separazione avvenisse, e non riuscirà a dire quello che sente, soprattutto se è piccolo. In questo caso bisogna dargli il tempo di elaborare le proprie emozioni e non tormentarlo perchè dica quello che prova. Un figlio adolescente potrà invece verbalizzare subito quello che prova ed essere anche sgradevole e aggressivo, ma è importante lasciarlo sfogare e non sgridarlo per il fatto che reagisce con rabbia, tristezza, paura, delusione.
In conclusione
La separazione coniugale riguarda la coppia genitoriale, ma coinvolge tutta la famiglia. I figli la subiscono, come hanno subito in precedenza tensioni, litigi e assenze, ma è possibile ridurre al minimo il dolore mostrandosi uniti in questa scelta, chiari nel delineare il futuro, aperti ad accogliere le reazioni emotive del bambino.
Possiamo aiutarti?
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Gent.ma Dottoressa,
è davvero brutto trovarsi a dire ai figli che mamma e papà si separano. Noi ci siamo fatti aiutare da un suo collega psicologo perché non avevamo le idee chiare e volevamo capire come comportarci.
Nostra figlia all’inizio non l’ha presa bene (aveva 10 anni), ma siamo attenti a non parlare mai male uno dell’altro e a rispettarci come genitori, e devo dire che i risultati valgono lo sforzo.
Sono passati 2 anni e abbiamo recuperato abbastanza la serenità che non avevamo più, compresa la nostra bambina.
Cari saluti,
Emy
Cara Emy,
avete fatto bene a richiedere il consiglio di uno psicologo per capire come comportarvi in quei momenti.
Se vostra figlia dovesse averne bisogno, visto che sta attraversando un’età difficile, date anche a lei questa opportunità: parlare con una persona esterna all’ambiente familiare le sarebbe moto utile, se faticasse ad accettare il vostro allontanamento e non volesse aprirsi con voi (come ci si può aspettare da una ragazzina di quell’età).
Se vuole mi aggiorni,
un caro saluto
D.ssa Flavia Massaro
Certo, è proprio quello che pensavo di fare.
Devo dire che sta meglio, ma non ha ancora accettato del tutto che non ritorneremo insieme, come io speravo.
Ci siamo fatti vedere da lei in comportamenti “civili” e gentili, senza liti o musi lunghi, e lei forse ha scambiato questo per desiderio di tornare assieme.
Ha 12 anni e non parla certo volentieri con noi e con i nostri amici e parenti, perciò un esperto è l’unica soluzione per aiutarla davvero.
Grazie mille!
Emy
Gentile Dottoressa,
la ringrazio per le indicazioni presenti nell’articolo.
Mi trovo in questa situazione e mi ha fatta riflettere sul da farsi.
Certo non è facile, ma per il bene dei figli bisogna mettere da parte i rancori e mostrarsi uniti proprio quando è più difficile riuscirci.
La saluto con stima,
Anna
Cara Anna,
la ringrazio per la stima e mi fa piacere che il l’articolo le sia stato utile.
Le faccio tanti auguri perchè voi genitori riusciate a gestire al meglio questa difficile situazione.
d.ssa Flavia Massaro
Articolo molto utile, soprattutto per i consigli sulle modalità con cui comunicare la decisione.
Noi abbiamo fatto l’errore di portare nostro figlio fuori per dirglielo con calma e in un posto tranquillo (al parco), pensando di sdrammatizzare, ed è stato un disastro!!!
E’ scappato via piangendo e non ci voleva più rivolgere a parola.
Mi sono sentita sprofondare.
Tornassi indietro la gestirei diversamente perché ho capito che eravamo noi a voler sdrammatizzare per non stare male una cosa che per lui era invece drammatica (mentre noi avevamo entrambi dei nuovi fidanzati, con i quali stiamo ancora a distanza di anni).
E’ stata dura fargli capire che non lo stavamo abbandonando, che non preferivamo i nostri nuovi compagni a lui, che non era stato “cattivo” (come dice lei, lui ha pensato questo!) e quindi non era per questo che ci stavamo separando…
Cara Laura,
in effetti forse eravate voi ad avere bisogno di alleggerire la situazione perchè vi sentivate in colpa nel comunicare al bambino la vostra decisione di separarvi.
Come ha avuto modo di sperimentare, però, il bambino ha vissuto questo tentativo di minimizzare come un mancato riconoscimento del suo dolore e forse anche shock (se non se lo aspettava) e ha reagito di conseguenza.
Ora si è ripreso?
La ringrazio per la risposta.
Devo dire che ci sono voluti tempo, pazienza e una psicoterapia che ci ha coinvolti tutti 3 per aggiustare le cose, perché il bambino inizialmente non voleva più farei compiti, era aggressivo, si chiudeva in sé stesso. Ci ha messo parecchio per capire che non ci eravamo lasciati per colpa sua e che non lo avevamo abbandonato per stare con i nostri nuovi compagni, che sono persone meravigliose e non hanno ostacolato con la gelosia il nostro percorso psicologico, né hanno tentato di imporsi e fare i simpatici con il bambino quando non era pronto a frequentarli.
Ora riusciamo a passare tutti insieme le feste e direi che è un grande risultato!
Gentile dott.ssa Massaro,
sono un papà e apprezzo le sue parole, ma devo dire che quando si ha una moglie che vuole fartela pagare è difficile se non impossibile accordarsi per parlare ai ragazzi della separazione.
Cosa mi consiglia di fare?
In un certo senso è colpa mia perché ho perso la testa per un’altra e lei non me lo perdona.
La ringrazio
Paolo
Caro Paolo,
mi sembra comprensibile che una donna lasciata per un’altra donna non sia nella migliore disposizione d’animo possibile per gestire la separazione dal marito, dal quale si sente abbandonata.
Non conosco la vostra situazione, ma per il bene dei vostri ragazzi posso solo augurarle che sua moglie metta da parte la rabbia e pensi a fare ciò che è meglio per loro.
In casi così conflittuali può essere molto utile una consulenza psicologia di coppia, che aiuti a gestire nell’ambito delle sedute la rabbia, la delusione, il senso di abbandono di chi si vede lasciare, e anche la rabbia che prova chi vorrebbe lasciare senza subirne alcuna conseguenza.
Le faccia presente che per il bene dei figli è importante che risolviate fra di voi i vostri problemi di coppia e le proponga di andare insieme da uno psicologo.
Se sua moglie non accettasse inizi ad andarci lei per farsi consigliare sul comportamento da tenere e farsi anche aiutare a capire cosa prova una persona che si sente abbandonata: lei è presumibilmente “preso” dalla sua nuova storia, e forse le servirebbe tenere più in considerazione ciò che prova sua moglie per essere equilibrato e non lasciar prevalere il desiderio di lasciarsi tutti alle spalle come niente fosse.
Sta lasciano dei “feriti” sul campo e se ne deve occupare, se ne desidera la collaborazione.
La sua non è una scelta senza conseguenze: è apprezzabile dal punto di vista dell’onestà, rispetto a chi porta avanti due storie in contemporanea, ma l’onestà non può lenire il dolore di sua moglie, e forse anche dei suoi figli.
Se vuole mi faccia sapere,
un caro saluto
D.ssa Flavia Massaro
E’ vero, ho fatto una scelta e mi rendo conto ora che non è priva di conseguenze complicate. Farò del mio meglio.
Grazie.
Buongiorno,
la mia esperienza è purtroppo diversa perchè mio marito se n’è andato senza neanche chiedere la separazione.
Si è trovato un’altra e da un giorno all’altro si è trasferito da lei.
Non ha intenzione di separarsi, non gli interessa sistemare le cose, non si preoccupa del fatto che nostra figlia possa soffrire senza di lui (è piccolissima, il padre è andato in crisi quando io ero in gravidanza ed è scappato dalle sue responsabilità di padre nonostante i 40 anni suonati!!).
Secondo lei cosa dovrei fare?
Grazie!
Cara Miriam,
mi spiace molto per la sua situazione.
Ad alcuni uomini accade di sentirsi persi quando stanno per diventare padri o lo sono diventati da poco: si possono sentire gelosi perchè non più al centro dell’attenzione, gravati da una responsabilità troppo pesante, ma anche molto più prosaicamente arrabbiati perchè la loro compagna, incinta o puerpera, non è più sessualmente disponibile come prima.
Quella di suo marito sembra proprio una fuga e non volendo sistemare le cose si sta forse tenendo aperta una porta dietro alle spalle, dalla quale magari pensa in futuro di poter rientrare in famiglia.
E’ un atteggiamento immaturo e anche incurante delle conseguenza legali ed emotive, che le consiglio di fargli presente.
Gli dica che, per il bene di tutti, non vuole lasciare le cose così, che se lui pensa di tornare sui propri passi dovrete prima sistemare i vostri problemi con un percorso psicologico; se lei, lui o entrambi pensate invece che non ci sarà mai spazio per una riconciliazione bisogna sancire lo stato dei fatti con una separazione legale, che tuteli tutte le persone coinvolte.
Consulti un avvocato matrimonialista per conoscere i diritti suoi e di vostra figlia e uno psicologo per farsi sostenere in questo periodo che immagino sia molto difficile.
Le auguro di riuscire a creare una situazione chiara e definita nella quale far crescere la bambina, che risentirebbe sicuramente della confusione presente in questo momento, e anche di riuscire un giorno a rifarsi una vita.
Un caro saluto e tantissimi auguri,
d.ssa Flavia Massaro
A questo punto credo che sarei io a non voler comunque tornare con lui, che si è dimostrato così immaturo e mi ha ferita profondamente.
Sentirò avvocato e psicologo per uscire da questo stallo e spero che la situazione si sistemi soprattutto per il bene di mia figlia, che si merita di vivere felice.
Grazie di tutto!
Miriam
Ciao a tutti,
ho scoperto una relazione extra coniugale di mia moglie da tre anni con rapporti reiterati con un altro uomo e nonostante ciò, solo per il bene dei miei due figli (il più grande ha 6 anni) ho deciso di seguire una strada quanto più civile possibile. Purtroppo però mi fa male la sera doverli lasciare e non poter rispondere alle loro intelligenti domande del perchè il papà non dorma più con loro. Non entro del merito del rapporto con mia moglie perchè è stato il gesto di un’adolescente, una donna mai maturata per l’età che ha, ma in quanto mamma di due splendidi gioielli ha commesso un errore che non le perdonerò mai. Un amore tra uomo e donna può finire ma il fatto che a subirlo, e nel peggiore dei modi, debbano essere delle anime innocenti mi logora.
Un saluto,
un padre.
Buongiorno, ci stiamo separando e abbiamo una bimba di 7 anni. Abbiamo messo in vendita la nostra casa e ognuno se ne comprerà una nuova. Quando è meglio dirlo alla bimba? Per ora viviamo tutti e tre sotto lo stesso tetto, ma non passiamo più momenti a tre, la bimba o sta con me o con il babbo. È meglio dirglielo prima di vendere la casa, tanto ha già inteso che la situazione è cambiata (prima facevamo tutte le cose insieme noi 3), o è meglio aspettare che ci sia una effettiva separazione (se non si vende la casa entro dicembre, comunque il babbo a gennaio dovrà andarsene)
Grazie
Cara Patty,
in linea di massima può essere più indicato che spieghiate alla bambina cosa sta succedendo senza arrivare a farlo nel momento in cui ci saranno cambiamenti sicuramente impattanti sulla sua serenità, come l’allontanamento del papà o il trasloco in una nuova casa.
Vostra figlia ha sicuramente capito cosa sta succedendo, perchè i bambini sono solitamente attentissimi a ciò che sentono e vedono in casa e in particolare alle situazioni di tensione fra i genitori: anche per questo è importante che le diate delle spiegazioni e che non lasciate che si interroghi da sola, magari vivendo con angoscia (forse non espressa all’esterno) il pensiero che il suo modo stia andando in pezzi.
E’ importante che le parliate insieme: qualsiasi cosa sia accaduta fra voi deve vedervi e sentirvi uniti nel parlarle dei cambiamenti che si stanno realizzando e capire che siete sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda questa decisione.
E’ altrettanto importante che sottolineiate (e che poi dimostriate con i fatti) che entrambi le vorrete sempre bene e ci sarete sempre per lei, perchè l’unica cosa che è cambiata è il sentimento che vi lega come partner e non il vostro ruolo di genitori.
Se la bambina desiderasse fare delle cose con voi come prima, cioè tutti insieme, non negateglielo, ma spiegatele che le cose fra voi come coppia non cambieranno e che quindi un’uscita (o tante uscite) tutti insieme non sarà sinonimo di dubbio su un’eventuale riconciliazione.
Quando sarete entrambi più sereni potrete continuare a vedervi anche solo occasionalmente per far vivere alla bambina l’esperienza di condividere qualcosa con entrambi i genitori e conservare quindi dei ricordi di tutti voi insieme in un clima “civile”, ricordi che in futuro saranno molto importanti per la piccola.
Un caro saluto,
d.ssa Flavia Massaro