Si può cancellare la paura?

Gli studi di Psicologia della Testimonianza hanno permesso di stabilire già da molto tempo che un testimone deve essere interrogato il prima possibile e che la prima versione è più attendibile delle seguente, perchè ripensando ad un fatto lo si rielabora involontariamente modificandone i dettagli senza nemmeno rendersene conto. Ad ogni successiva rievocazione la mente richiamerà infatti il ricordo della ricostruzione precente e non dell’evento originario.

Oltre al numero di rievocazioni e al tempo trascorso dall’evento, anche le circostanze nelle quali avviene la rievocazione ne influenzano il contenuto: il contesto  e il momento della vita in cui avviene la rievocazione del ricordo non sono privi di conseguenze e portano a integrare o cancellare alcuni dettagli, sotto l’influenza anche dello stato d’animo del soggetto.

Se rievocare un ricordo lo modifica di volta in volta, fino a stravolgerlo, è possibile sfruttare la fisiologia della mente per cancellare le emozioni negative associate ai ricordi?

Questa capacità di modificare il ricordo degli eventi dà luogo a rielaborazioni spontanee e fisiologiche, ma il meccanismo può essere utilizzato anche per cancellare deliberatamente le emozioni negative legate ad un ricordo spiacevole o traumatico. Uno studio finlandese pubblicato su Science infatti ha dimostrato che intervenendo durante il processo di consolidamento di una memoria traumatica, non lasciando che le emozioni negative ad essa correlate si installino stabilmente, la si può neutralizzare (renderla neutra, incapace di suscitare reazioni indesiderate).

Quando il cervello “immagazzina” un ricordo spaventoso il processo coinvolge l’amigdala (come rilevato tramite le tecniche di brain imaging) e la successiva esposizione al medesimo stimolo che ha condotto a formare il ricordo porta anche ad attivazione fisica ed emozioni come la paura e il senso di impotenza a reagire. In breve: quando si rivede qualcosa che ha provocato uno spavento ci si sente nuovamente impauriti e l’attività cerebrale è coerente con le emozioni esperite.

Lo studio ha dimostrato che associando uno shock ad uno stimolo neutro in modo tale da condizionare le successive risposte (impaurite) del soggetto si crea un ricordo che genera paura solo se si lascia trascorrere il tempo necessario perchè tale ricordo e l’emozione ad esso correlata si consolidino. Se invece si interviene subito ripresentando lo stimolo più volte in modalità neutra, senza associarvi alcuno shock, la risposta emotiva non si consolida ma si estingue, ritornando ad essere priva di tonalità emotiva.

Nel caso dell’esperimento in oggetto una foto dal contenuto neutro era presentata ai soggetti assieme ad una scarica elettrica: ripresentando loro la foto senza la scarica all’inizio i soggetti avevano una reazione impaurita che si è estinta presentazione dopo presentaizone, fino a quando la foto non suscitava in loro nulla di particolare.

Lo stimolo neutro è stato reso emotivamente carico dalla scarica elettrica e poi reso nuovamente neutro: ad ogni nuova presentazione della foto i soggetti si ricordavano la presentazione precedente e non quella originaria, che era stata accompagnata dalla scarica elettrica, e reagivano sempre meno ansiosamente proprio perchè il loro riferimento era l’ultimo ricordo disponibile, e non il primo.

Questa scoperta potrà essere utilizzata nella riabilitazione immediata degli shock traumatici, ma l’Autore suggerisce che potrà avere delle implicazioni anche nel futuro trattamento di disturbi d’ansia come le fobie.

Fonti e approfondimenti:

Your Memory is like the Telephone Game: Each time you recall an event, your brain distorts it

Neural correlates of reactivation and retrieval-induced distortion

Fear can be erased from the brain

Disruption of Reconsolidation Erases a Fear Memory Trace in the Human Amygdala

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