L’Ansioso e “gli Altri”: stanno davvero tutti bene?

Come se non bastassero i sintomi e i malesseri che deve affrontare, uno degli aspetti che fa soffrire di più chi è colpito da una forma patologica di ansia è il pensiero che gli altri stiano tutti bene e che non abbiano idea di cosa stia passando chi fa i conti con questo tipo di disturbo.

I pensieri più frequenti che gli ansiosi – soprattutto se le loro condizioni sono invalidanti- formulano sono:

“Perchè tutti stanno bene e io no?”

“Se rivelassi come sto mi prenderebbero per pazzo!”

“Nessuno può capire quello che provo…”

Sono quindi spesso altrettanto frequenti:

– una sopravvalutazione del benessere altrui, che rende ancor più acuta la percezione del proprio malessere;

– la convinzione che per gli altri non sia possibile accettare la presenza di eccessiva ansia come di un disturbo “minore”, che non implica la presenza di pazzia e che può sussistere senza essere segno di una malattia mentale;

– la percezione di una profonda solitudine e lontananza dagli altri.

Tutti questi aspetti contribuiscono a rendere ancora più acuto il disagio e ad aggiungere problemi ai problemi già presenti, senza che ve ne sia certo bisogno.
Particolarmente nociva è l’idea che tutti gli altri stiano bene, perchè crea conseguenze che fanno peggiorare ulteriormente lo stato d’animo di chi vive questo tipo di disagio e che è portato a sentirsi diverso, solo, incompreso.

A queste sensazioni si aggiungono il senso di colpa e la vergogna per il proprio disagio, legati all’erronea convinzione che con un po’ più di “forza di volontà” tutto sarebbe superabile.
Queste emozioni conducono all’ulteriore intensificazione della percezione di lontananza dagli altri, che possono apparire tutti sereni e comunque estranei a questo tipo di disagio.

Il confronto sociale ha ricadute significative sull’autostima dell’ansioso, che si crea da sè un’ulteriore difficoltà da superare. Non solo infatti sta male, ma si sente anche peggiore degli altri e questo gli pesa non poco perchè non riesce a concentrarsi solo sul proprio disagio e su come affrontarlo, ma spesso è preda di pensieri legati al confronto dal quale sente di uscire perdente e se ne lascia distrarre e demoralizzare.

Nella mente dell’ansioso sono quindi speso presenti un’idealizzazione degli altri e una svalutazione di sè stessi basate essenzialmente su convinzioni errate.
Se è vero infatti che non tutti conoscono in prima persona il malessere legato all’ansia, è altrettanto vero che i Disturbi d’Ansia sono piuttosto diffusi al punto che si stima che colpiscano (o abbiano colpito in passato) ben 10 milioni di Italiani: questo significa che 1 persona su 6 soffre o ha sofferto in passato di ansia patologica e sa quindi di cosa si tratta.

Siamo ben lontani dall’idea illusoria che “gli altri stanno tutti bene”!

Più realistico è invece pensare che chi soffre d’ansia patologica non lo racconta in giro, non vuole che gli altri lo sappiano e quindi lo nasconde bene. Il risultato è che “da fuori” nessuno sospetta nulla e che chi è colpito da un Disturbo d’Ansia si convince che chi lo circonda non ha sicuramente mai provato a stare male per questo motivo, perchè tutti generalmente lo celano.

E’ importante prendere consapevolezza di quanto questi disturbi siano diffusi per superare il senso d’isolamento e lo stigma che a volte sono proprio gli ansiosi ad apporsi, essendo per primi impossibilitati o in difficoltà ad accettare di avere un problema e generando nella propria mente l’illusione di un mondo di persone serene dal quale si sentono esclusi.

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